I ragazzi uccisi per strada, Napoli va disarmata: il miraggio di soldi e potere passa dalla violenza
Articolo Precedente
Articolo Successivo
Emanuele ammazzato il 24 ottobre, Santo ammazzato il 2 novembre, Arcangelo ammazzato il 9 novembre. Emanuele aveva 15 anni, Santo 19, Arcangelo 18. E’ questa l’età in cui si muore ammazzati. Non vi stupisce il silenzio del governo? Del governo comunale, regionale, nazionale? Non mi stupisce, la risposta del resto quale dovrebbe essere, la solita: «Più polizia, più posti di blocco». Da quanto si fa così senza risolvere molto, anzi quasi nulla? Da sempre. (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altre fonti
All'improvviso è partito un colpo e ho capito quello che era successo quando ho visto Arcangelo a terra. Non volevo, non volevo". (Tiscali Notizie)
Vorrei abbracciarla e piangere assieme a lei. Ed è anche per il dolore che accomuna me e Antonella, che chiedo allo Stato di fare qualcosa per i figli di Napoli: qui girano troppe armi, sono in tanti a vivere con la pistola addosso». (ilmessaggero.it)
Ci sono stati momenti di tensione, con insulti e minacce, durante un sopralluogo del deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, nel quartiere napoletano di Forcella, nel luogo dove erano stati esposti e poi rimossi murales, altarini e striscioni per Luigi Caiafa, il baby criminale ucciso mentre tentava una rapina, il cui fratello Renato è in carcere con l'accusa di aver esploso il colpo di pistola costato la vita al 18enne Arcangelo Correra. (Ottopagine)
Le parole di Renato Benedetto Caiafa, il 19enne che ha aperto il fuoco ed è ora in stato di fermo (Open)
Oltre alla provenienza dell'arma c'è anche un altro giallo da risolvere nelle indagini sulla morte di Arcangelo Correra, il 18enne morto la mattina di sabato a Napoli per un colpo di pistola calibro 9X21 che sarebbe stato sparato per errore dal suo amico 19enne Renato Caiafa, fermato: a terra, infatti, la Polizia Scientifica ha trovato e sequestrato un proiettile che sarebbe di un calibro diverso da quello dell'arma dalla quale è partito il colpo mortale. (ilmattino.it)
«Un’udienza che si prevedeva lunga e complicata, si è sgonfiata in una manciata di minuti», così il presidente della Corte d’Assise, il giudice Francesco Mancini, ha aperto il dibattimento odierno relativamente al processo a carico di Roberto e Mattia Toson, rispettivamente padre e figlio, accusati di essere gli autori dell’omicidio del giovane studente Thomas Bricca, di Alatri, ucciso con un colpo di pistola alla nuca nella sera del 30 gennaio 2023 mentre si trovava con alcuni amici sulla scalinata del Girone, nel pieno centro della città di Alatri. (Frosinone News)