Il delitto Vassallo, arrestati i presunti mandanti. Due sono carabinieri

Quattordici anni e due mesi dopo l’omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo, la gip Annamaria Ferraiolo, su richiesta della procura di Salerno coordinata da Giuseppe Borrelli, ha disposto la custodia cautelare in carcere per i 4 presunti mandanti dell’assassinio. Sono Fabio Cagnazzo, ufficiale dei carabinieri per molti anni in servizio a castello di Cisterna e poi comandante provinciale a Frosinone; Lazzaro Cioffi, all’epoca dell’omicidio anch’egli carabiniere, successivamente arrestato e condannato nell’ambito di una inchiesta sullo spaccio di stupefacenti nel Parco Verde di Caivano; Giuseppe Cipriano, titolare di una sala cinematografica a Scafati, in provincia di Salerno; Romolo Ridosso, che sarebbe vicino a un clan camorristico di Scafati. (il manifesto)

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Il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, in passato in servizio a Salerno; l'ex carabiniere Lazzaro Cioffi, condannato per traffico di droga; Romolo Ridosso, ritenuto legato a un clan omonimo che opera a Scafati; e Giuseppe Cipriano, titolare di una sala cinematografica sempre a Scafati. (Corriere della Sera)

Claudio è Claudio Vassallo, fratello di Angelo, e nel locale lavorava anche la moglie del sindaco: un posto perfetto, secondo il gip, per crearsi un alibi. (Corriere della Sera)

Vassallo, il killer «imbottito di cocaina»: la verità è ancora incompleta (Giornale del Cilento)

Angelo Vassallo, quei ritardi che velano la giustizia

La svolta nelle indagini è arrivata nelle scorse ore. Si tratta dell'ufficiale dei carabinieri Fabio Cagnazzo, del figlio del boss nonché collaboratore di giustizia Romolo Ridosso del clan di Scafati Loreto-Ridosso, dell'imprenditore Giuseppe Cipriano e dell'ex brigadiere dell'Arma Lazzaro Cioffi. (Today.it)

Dalle 404 pagine dell’ordinanza non emerge l’esecutore materiale per la morte del sindaco-pescatore Angelo Vassallo. E cosi se l’imprenditore Giuseppe Cipriano, 56 anni, è accusato, oltre che di concorso in omicidi… (La Stampa)

Un retrogusto che rischia di offuscare l’immagine della Giustizia agli occhi dei cittadini comuni. Perchè quella “svolta” poteva essere registrata già pochi mesi dopo il delitto. (ilmessaggero.it)