Luca Guadagnino: "Un James Bond gay? Siamo seri, non c'è modo di saperlo"

Luca Guadagnino: Un James Bond gay? Siamo seri, non c'è modo di saperlo
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo

Luca Guadagnino: "Un James Bond gay? Siamo seri, non c'è modo di saperlo" Secondo Alberto Barbera, direttore della 81ª Mostra del Cinema di Venezia, Daniel Craig ha offerto la performance della sua carriera in Queer di Luca Guadagnino. L'indimenticabile 007 si è immerso completamente nel progetto, affidandosi al regista di Chiamami col tuo nome e partecipando a intense scene di sesso con Drew Starkey e Omar Apollo (La Stampa)

Su altri media

Così François Truffaut ne Il cinema secondo Hitchcock teorizzava il “grande film malato”: “Un capolavoro abortito … che soffre generalmente di una dose eccessiva di sincerità, che, paradossalmente, lo rende chiaro agli aficionados e più oscuro al pubblico abituato a mandar giù delle misture nel cui dosaggio prevale l’astuzia piuttosto che la confessione diretta”. (cinematografo.it)

Ma sono i capelli ad aver stupito tutti: lunghi, con evidente crescita bianca laterale. A Venezia è il giorno di «Queer», il film del regista Luca Guadagnino che vede Daniel Craig, l’ex James Bond, in un cambio radicale d’immagine. (Corriere della Sera)

È il grande giorno per Luca Guadagnino, che presenta il suo attesissimo film Queer, tratto dall'omonimo romanzo di William S. Burroughs. Guadagnino, un regista molto amato, ha spiegato di voler rendere omaggio al celebre scrittore attraverso questo progetto. (La Stampa)

Queer, l’assoluto dell’amore e la paura di scoprirsi nell’altro

Lo scandalo ha a che fare con qualcosa che irrompe in un universo di cui si vuol far parte. Queer è il film di Luca Guadagnino, il più ambizioso e forse atteso tra gli italiani in gara alla Mostra, sospeso tra realtà e allucinazioni, il più audace. (Corriere della Sera)

Ma per raccontare la genesi del film, Guadagnino guarda al passato: «Ho letto il libro di William Burroughs quando avevo 17 anni, a Palermo, ero un ragazzo megalomane che voleva costruire mondi col cinema. (il manifesto)

È qui che appare William Lee, Daniel Craig magnifico nella reinvenzione di sé – molto lontana dall’iconografia dell’agente segreto seduttore seriale – in questo incontro fra Burroughs e Luca Guadagnino a cui si affida senza paura. (il manifesto)