Aiutavano i migranti sbarcati in Calabria a espatriare in Francia, arrestati 13 passeurs

In Italia c’era una rotta di terra che dopo lo sbarco sulle coste joniche calabresi permetteva ai migranti di raggiungere la Francia o altri Stati del Nord Europa. Ne è convinta la procura di Catanzaro che per questo ha chiesto e ottenuto l’arresto di tredici persone di origine irachena, individuate fra Bologna, Brescia, Crotone, Roma, Imperia, Milano e Vibo Valentia. Con vari ruoli – emerge dalle indagini della Guardia di Finanza - avrebbero avuto un ruolo lungo la rotta di terra o nella gestione delle “tariffe” che chi sbarcava era obbligato a versare all’organizzazione di passeurs. (la Repubblica)

Ne parlano anche altre testate

"Pecore" o "piccioni". Quando si parla di lotta all’immigrazione clandestina che il governo persegue - vedi la legislazione sui "Paesi sicuri" e gli hotspot in Albania - si pensa giustamente solo ai diritti dei profughi e mai alle valanghe di euro che vanno in tasca ai mercanti di uomini. (il Giornale)

‘Piccionì o ‘pecorè: così i ‘capì dell’organizzazione criminale disarticolata con l’operazione ‘Levantè della Dda di Catanzaro definivano i migranti, che trattavano con superficialità e disprezzo. (CatanzaroInforma)

Un'organizzazione strutturata secondo cellule sparse tra Medioriente, zona balcanica, Mediterraneo orientale e Italia. Il traffico di migranti verso gli Stati europei, che avveniva attraverso le coste italiane, aveva menti strategiche turche, iraniane, francesi e greche. (Corriere della Sera)

Guardia di Finanza scopre nel cosentino 16 lavoratori “in nero”

Migranti definiti come piccioni o pecore, e così trattati dai trafficanti. Lo afferma il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro (FdI). (Gazzetta del Sud - Edizione Catanzaro, Crotone, Vibo)

E’ una priorità assoluta combattere chi sfrutta il legittimo desiderio delle persone di trovare condizioni di vita più favorevoli per ingrassare i propri profitti. (Qui News Valdera)

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza hanno condotto una serie di interventi orientati al contrasto del “sommerso da lavoro”, focalizzandosi in mirati controlli nel settore turistico-ricettivo e della somministrazione di alimenti e bevande. (Corriere di Lamezia)