C’è un motivo se sbagli i nomi delle persone quando parli: cos’è il misnaming

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Fanpage.it ESTERI

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ne ha fatta un'altra delle sue: al vertice Nato ha presentato il presidente ucraino Zelensky chiamandolo Putin. Tuttavia, per quanto il video della gaffe sia diventato già virale, il fenomeno per cui sbagliamo i nomi delle persone è piuttosto comune. Si chiama "misnaming" ed è stato oggetto di studi, condotti per capire se e quando può essere il campanello d'allarme di un problema di salute più grave. (Fanpage.it)

Ne parlano anche altri media

C’è un film che viene visto quasi come una profezia dagli analisti del Cremlino: Civil War con Kirsten Dunst. Per molti accoliti del presidente russo Vladimir Putin, l’attentato a Donald Trump è la prova che sono sulla strada giusta. (la Repubblica)

Il presidente è riuscito perfino a trasmettere energia in un paio di passaggi, quando ha messo in guardia dal pericolo per la democrazia rappresentato dal suo avversario e quando – alzando il tono di voce – ha rivolto un appello al Congresso, perché faccia qualcosa contro la piaga delle armi da fuoco che, ha ricordato, ancora oggi “sono la prima causa di morte per i bambini in America, più del cancro”. (ISPI)

Un momento importante, un po' per la rarità di tali eventi (si è trattato della 37. «Fintantoché non mi diranno: «Non c'è alcuna possibilità tu possa vincere», io continuerò a correre per un secondo mandato. (Corriere del Ticino)

E pur ammettendo che la conferenza stampa del presidente «non è stata un disastro», ha proposto a Joe Biden di sottoporsi insieme a lui a dei test cognitivi, spiegando di averli fatti lui stesso, di routine, e di «essere perfetto». (il Giornale)

Così l'ex presidente Usa Donald Trump ha commentato la conferenza stampa che Biden ha tenuto al vertice della Nato a Washington e che è stata caratterizzata da gaffe e lapsus. ''Non è stata un disastro'' la conferenza stampa di ieri del presidente americano Joe Biden, ''per lui non è finita''. (Adnkronos)

Poi, nella notte, è andato in scena l’attacco frontale a Donald Trump nel corso di un comizio a Detroit, mentre i suoi sostenitori gli urlavano ‘Non mollare’. (Secolo d'Italia)