Albania, pronti i centri per migranti dopo mesi di ritardi: cosa sono e come funzionano

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Il Difforme INTERNO

Dopo cinque mesi di ritardo rispetto alla data prevista, i centri per migranti in Albania sono finalmente pronti. I lavori, che hanno subito rallentamenti a causa di difficoltà tecniche, hanno completato uno dei due siti principali, quello di Gjader, solo ieri. L’area è stata consegnata al Ministero dell’Interno italiano, dopo lunghe operazioni di urbanizzazione, e le strutture saranno operative entro una settimana per accogliere i primi migranti da sottoporre a procedure accelerate di frontiera. (Il Difforme)

Su altri media

Grazie anche al lavoro fatto dai Med9 e dall'Italia. E' fondamentale essere concreti, decisi, contrastare in modo sempre più incisivo l'immigrazione irregolare di massa, continuare a lavorare a questa cooperazione completamente diverse con le nazioni di origine e di transito". (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Il centro di Shengyin, concepito come punto di prima accoglienza, sarà il primo luogo dove i migranti approderanno dopo lo sbarco. Migranti, sono operativi i centri in Albania (Stranieri in Italia)

Il governo italiano ha formalmente aperto due centri in Albania per la gestione dei migranti salvati in acque internazionali. L’apertura è stata ritardata di diversi mesi perché il terreno sgretolato di un centro doveva essere riparato. (LAPRESSE)

Libia, Franci (Aeneas): “Tripoli blocca nostro progetto aeroporto, governo ci aiuti a fare chiarezza”

I lavori dovevano concludersi entro il 20 maggio, ma dei rallentamenti hanno prolungato l'attesa (Open)

Mentre l’esecutivo conferma l’apertura delle strutture, che potrebbero essere operative già da lunedì prossimo, in Italia i giudici tornano a disapplicare il decreto Cutro, stavolta con la benedizione della Corte di giustizia dell’Unione europea che, in una sentenza del 4 ottobre di cui il Fatto ha scritto in dettaglio, ha demolito il presupposto dell’esame accelerato delle domande d’asilo per cui è previsto il trattenimento: la provenienza da Paese di origine “sicuro”. (Il Fatto Quotidiano)

La denuncia arriva da Elio Franci, presidente del consorzio Aeneas, che nel 2017 si è aggiudicato il contratto per la ristrutturazione dell’aeroporto internazionale di Tripoli, un progetto “strategico” per la ricostruzione della Libia devastata dalla guerra civile tra l’est e l’ovest del Paese. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)