Yara, Giulia e le loro famiglie, vittime infinite volte di un racconto senza pietas

L’attenzione morbosa per i delitti efferati c’è sempre stata. La cronaca nera esercita da sempre attrazione su di noi, da Caino e Abele passando per la tragedia greca, proviamo a esorcizzare la violenza raccontandola: una strategia antropologica per difendercene psicologicamente. Forse. La cronaca giudiziaria, il diritto a essere informati, la dimensione pubblica del processo sono in sé atti di civiltà: dove tutto è segreto dove si arresta e si giudica nell’opacità, si annidano gli abusi del potere. (Famiglia Cristiana)

La notizia riportata su altre testate

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Le voci di Maura Panarese e Fulvio Gambirasio si sentirono solo due volte, in tv. Il secondo, solo la mamma, a novembre 2013, nel disperato tentativo di dare una svolta alle indagini: «Chi sa, parli». (Corriere Bergamo - Corriere della Sera)

La ragione? “ L’incursione nella vita privata ” dei famigliari, un’incursione che non era avvenuta neppure durante il processo. Ma ora i genitori di Yara Gambirasio, la 13enne scomparsa da Brembate di Sopra il 26 novembre 2010 e ritrovata cadavere tre mesi più tardi a Chignolo d’Isola, hanno preparato un esposto al Garante della Privacy. (il Giornale)

Delitto Yara Gambirasio, gli avvocati della famiglia : “Faremo un esposto al garante della Privacy per la serie Netflix”

Un esposto al Garante della privacy per contestare gli audio trasmessi durante la docuserie di Netflix sul delitto di Yara Gambirasio. (TGR Lombardia)

Questo, straziante, è uno dei tanti messaggi che Maura Panarese, la mamma di Yara Gambirasio, lasciò sulla segreteria telefonica del suo telefonino quando la ragazzina di 13 anni sparì, la sera del 26 novembre 2010. (IL GIORNO)

L’omicidio della tredicenne, uccisa nel novembre 2010 e ritrovata solo 3 mesi dopo a Brembate di sopra, dopo molti anni non smette di scuotere le coscienze e lascia ancora molti dubbi, dividendo l’opinione pubblica. (Casteddu Online)