Salvini verso il ritorno al Viminale: "Ragioneremo con Meloni", aperta l'ipotesi di un rimpasto di governo per il ministero degli Interni
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All'uscita dall'aula del Senato, conclusa la votazione sulla fiducia sulla Legge di bilancio 2025, Matteo Salvini è stato intercettato dai giornalisti e ha parlato di una possibile apertura al rimpasto di governo. Alle domande sul suo potenziale ritorno al Viminale, sede del ministero degli Interni, il leader della Lega ha risposto: "Siamo tutti nella mani del buon Dio. Il ministro dell'Interno l'ho fatto e penso discretamente. (Il Giornale d'Italia)
Su altre fonti
“Un mio ritorno al Viminale nel 2025? Siamo nelle mani del buon Dio” il ministro dei Trasporti Matteo Salvini torna sull’ipotesi di un suo ritorno al Ministero dell’Interno dopo l’assoluzione nel processo Open Arms. (Il Sole 24 ORE)
La Lega ora parla apertamente di rimpasto e la maggioranza si spacca non solo su questo ma anche sull'invio di armi all'Ucraina. (LA NOTIZIA)
«Bisogna ricordare che il ministro dell'Interno Salvini del governo Conte 1, dati alla mano, è stato l'unico a riuscire a ridurre drasticamente gli sbarchi in Italia», ha detto ad Affaritaliani. «Nulla adesso impedisce a Matteo Salvini di tornare al Viminale». (Corriere della Sera)
Mentre è in corso la discussione sulla fiducia a Palazzo Madama, si rincorrono i rumors su una ‘super clausola’ che vincolerebbe i partiti della coalizione di maggioranza a non cambiare caselle di governo, impedendo ai ministri di ricoprire incarichi già svolti in passato (vedi Matteo Salvini al Viminale sull’onda dell’assoluzione per il processo Open Arms). (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
Prima alimentata dai guai giudiziari di Daniela Santanchè e dall'addio di Raffaele Fitto promosso a vicepresidente esecutivo della nuova Commissione europea, e ora rilanciata dall'assoluzione di Matteo Salvini nel processo Open Arms, che ha portato il leader della Lega a ipotizzare un suo ritorno al Viminale. (il Giornale)
Ma da Fratelli d’Italia spiegano che non … I dirigenti leghisti – Claudio Durigon e Claudio Borghi – nel giro di pochi giorni lo hanno detto apertamente parlando di rimpasto. (Il Fatto Quotidiano)