Lega alla carica sul rimpasto: “Aiuta la squadra”. Armi a Kiev, un caso
Articolo Precedente
Articolo Successivo
ROMA — Per la prima volta un esponente della maggioranza pronuncia la parola che fa fischiare le orecchie a Giorgia Meloni: «Rimpasto». Lo fa il giorno di Santo Stefano un leghista vicinissimo a Matteo Salvini, il senatore Claudio Borghi, via social, discutendo del ritorno, sconfessato dalla premier, del segretario del Carroccio al Viminale, dopo l’assoluzione al processo Open arms: «Sono sempre … (la Repubblica)
La notizia riportata su altre testate
Il ministro dell'Interno l'ho fatto e penso discretamente. Alle domande sul suo potenziale ritorno al Viminale, sede del ministero degli Interni, il leader della Lega ha risposto: "Siamo tutti nella mani del buon Dio. (Il Giornale d'Italia)
Che Matteo Salvini punti a tornare al Viminale, dopo l’assoluzione sul caso Open Arms, non è più un mistero. E ora sulla maggioranza di governo inizia ad aleggiare lo spettro del rimpasto. Parola pronunciata per la prima volta dal senatore leghista, Claudio Borghi, vicino a Salvini. (LA NOTIZIA)
Berlusconi in realtà restò a Palazzo Chigi dal 2001 al 2006 ma con un cambio della squadra tale da meritare il nome di bis. La premier vuole evitarlo e anche per questo considera la parola rimpasto impronunciabile. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
E a chi gli fa notare che sono esponenti della Lega, come Claudio Durigon, a non escludere un rimpasto, magari con l’approdo di Salvini al ministero dell’Interno, Fazzolari replica: “Il rimpasto si fa quando l’attività del governo ne troverebbe giovamento ma ad oggi non mi sembra che ci sia questa esigenza. (CremonaOggi)
Le voci di rimpasto irrompono nello sprint finale della manovra al Senato. Leggi tutta la notizia (Virgilio)
Prima alimentata dai guai giudiziari di Daniela Santanchè e dall'addio di Raffaele Fitto promosso a vicepresidente esecutivo della nuova Commissione europea, e ora rilanciata dall'assoluzione di Matteo Salvini nel processo Open Arms, che ha portato il leader della Lega a ipotizzare un suo ritorno al Viminale (il Giornale)