Carenza di uova per l’aviaria, gli Stati Uniti si rivolgono al Veneto

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ESTERI

L’epidemia di aviaria che sta colpendo gli Stati Uniti ha spinto il Paese, tra i maggiori consumatori mondiali di uova, a cercare approvvigionamenti all’estero. Tra le destinazioni scelte c’è il Veneto, regione italiana che vanta una produzione annua di 2 miliardi di uova, frutto del lavoro di 6.300 aziende e di un fatturato complessivo che sfiora i 700 milioni di euro. A confermare l’interesse statunitense è stato l’assessore regionale all’agricoltura, Federico Caner, che ha commentato con soddisfazione la notizia, sottolineando come il Veneto sia diventato un punto di riferimento per far fronte alla crisi.

Secondo quanto riportato da Confagricoltura, le richieste provenienti dagli Stati Uniti si sono concentrate principalmente su aziende di Padova e Verona, due delle province più attive nel settore avicolo. Michele Barbetta, presidente del settore avicolo di Confagricoltura Veneto, ha però precisato che, nonostante l’interesse, la produzione regionale è già al limite e non è in grado di garantire forniture aggiuntive. “Anche noi stiamo fronteggiando le conseguenze dell’aviaria”, ha spiegato Barbetta, evidenziando come la situazione sia critica su entrambe le sponde dell’Atlantico.

Negli Stati Uniti, l’influenza aviaria ha causato l’abbattimento di oltre 20 milioni di galline ovaiole solo nell’ultimo trimestre del 2024, riducendo drasticamente la disponibilità di uova e facendo schizzare i prezzi alle stelle. A marzo, una confezione da 12 uova ha raggiunto i 8 dollari, un aumento significativo rispetto ai livelli precedenti. Questo scenario ha favorito anche il contrabbando di uova al confine con il Messico, dove i prezzi sono più bassi. Da ottobre 2024, la Customs and Border Protection ha intercettato oltre 6.000 casi di trasporto illegale di uova, un fenomeno che riflette la gravità della carenza e la disperazione di chi cerca di approfittarne.

Caner, nel commentare la situazione, ha colto l’occasione per lanciare un messaggio agli Stati Uniti: “Se ne ricordino quando parlano di dazi”. Un riferimento non casuale alle tensioni commerciali tra i due Paesi, che spesso hanno visto l’Italia penalizzata da misure protezionistiche. La crisi delle uova, tuttavia, sembra aver creato un ponte temporaneo tra le due nazioni, mettendo in luce l’importanza della collaborazione internazionale in settori strategici come quello agroalimentare.

Mentre il Veneto si conferma una delle regioni più produttive d’Europa, la sua capacità di rispondere alle richieste estere rimane limitata. La produzione, già sotto pressione a causa dell’aviaria, non può essere incrementata ulteriormente senza rischiare di compromettere l’equilibrio del mercato interno. Una situazione che, se da un lato esalta il ruolo del territorio nel panorama internazionale, dall’altro ne evidenzia i limiti strutturali.