Omicidio Denis Bergamini, i giudici: «Isabella Internò era animata dal morboso desiderio di possesso della vittima»
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Un delitto passionale arrivato dopo una «fredda pianificazione» e dettato da «un proposito vendicativo». È quello di cui, secondo la Corte di Assise del tribunale di Cosenza, si sarebbe macchiata Isabella Internò, condannata a sedici anni per omicidio volontario aggravato in concorso con ignoti per la morte di Donato Denis Bergamini, il centrocampista 27enne del Cosenza, originario di Argenta, in provincia di Ferrara. (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altri giornali
Isabella Internò avrebbe svolto un ruolo attivo nell’omicidio di Donato Bergamini, il calciatore ventisettenne del Cosenza originario di Argenta (Ferrara) il cui cadavere fu trovato il 18 novembre del 1989 sotto un camion lungo la statale 106 Ionica, a Roseto Capo Spulico, e la cui morte fu attribuita in un primo tempo a suicidio. (StrettoWeb)
Sempre secondo quanto riportato da Ansa, infatti, la stessa Corte ha riconosciuto le attenuanti generiche prevalenti sulla premeditazione (considerata, al contrario, un’aggravante). Iscriviti al canale WhatsApp di FerraraToday (FerraraToday)
E poi, rispondendo a un giornalista di una tv cosentina: "Il mio sogno nel cassetto? Arrivare in serie A con i compagni, non da solo". Bianchi "Mi piace vivere, non ho niente in particolare da chiedere". (il Resto del Carlino)
COSENZA – Isabella Internò avrebbe svolto un ruolo attivo nell’omicidio di Donato Bergamini, il calciatore ventisettenne del Cosenza originario di Argenta (Ferrara) il cui cadavere fu trovato il 18 novembre del 1989 sotto un camion lungo la statale 106 Ionica, a Roseto Capo Spulico, e la cui morte fu attribuita in un primo tempo a suicidio. (Quotidiano online)
Eccolo il ritratto di Isabella Internò, ultima fidanzata e assassina dell’ex stella del Cosenza Calcio Denis Bergamini, ammazzato trentacinque anni fa lungo la statale 106, nei pressi di Roseto C… (la Repubblica)
“Per quanto il processo sia di natura indiziaria, la Corte ha raggiunto al di là di ogni ragionevole dubbio la convinzione circa la responsabilità dell’imputata”. (Estense.com)