Delitto Vassallo, così il colonnello Fabio Cagnazzo ha organizzato l’uccisione del sindaco: “Il pescatore l’abbiamo sistemato”
Dalle 404 pagine dell’ordinanza non emerge l’esecutore materiale per la morte del sindaco-pescatore Angelo Vassallo. Ma il quadro è ugualmente inquietante perché si delinea il sospetto di carabinieri corrotti - in particolare il colonnello Fabio Cagnazzo, 54 anni - al punto da organizzare un delitto. E cosi se l’imprenditore Giuseppe Cipriano, 56 anni, è accusato, oltre che di concorso in omicidi… (La Stampa)
Se ne è parlato anche su altre testate
Su richiesta della Procura di Salerno diretta da Giuseppe Borrelli è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere… Dopo più di 14 anni, si consuma la svolta clamorosa nelle indagini sull’omicidio di Angelo Vassallo, il primo cittadino di Pollica Acciaroli assassinato il 5 settembre 2010. (La Repubblica)
Le notizie principali in Campania di ieri, mercoledì 6 novembre 2024. (anteprima24.it)
Un colonnello dei carabinieri è stato indagato per l'omicidio del sindaco pescatore (AGI - Agenzia Italia)
Sono Fabio Cagnazzo, ufficiale dei carabinieri per molti anni in servizio a castello di Cisterna e poi comandante provinciale a Frosinone; Lazzaro Cioffi, all’epoca dell’omicidio anch’egli carabiniere, successivamente arrestato e condannato nell’ambito di una inchiesta sullo spaccio di stupefacenti nel Parco Verde di Caivano; Giuseppe Cipriano, titolare di una sala cinematografica a Scafati, in provincia di Salerno; Romolo Ridosso, che sarebbe vicino a un clan camorristico di Scafati. (il manifesto)
Ucciso per difendere la sua terra. Dopo 14 anni svolta nelle indagini sul delitto Vassallo: in cella il colonnello Cagnazzo, il carabiniere Cioffi, Ridosso e Cipriano. Il sindaco pescatore aveva scoperto che Pollica era diventata il crocevia dei traffici di droga. (Salernonotizie.it)
Anzi, più che un’ipotesi, per la Procura della Repubblica di Salerno e per il suo capo Giuseppe Borrelli è una certezza: a decidere la morte del sindaco fu un gruppo del quale facevano parte almeno due carabinieri, e uno era un ufficiale, un colonnello ritenuto, fino a poco tempo prima, ma all’epoca già non più, un castigo per la camorra. (Corriere della Sera)