Nuova Mini Cooper Cabrio, la tradizione continua con capote in tessuto e motori a benzina
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BARCELLONA – Le vie della Mini sono infinite, persino in versione Cabrio. Già, perché, per chi non lo sapesse, anche nella variante “scoperta” la piccola, grande, inglese vanta una lunga storia che inizia ufficialmente nel 1993 con poche migliaia di esemplari costruiti dalla Rover fino al 1996 sulla base della versione originale di Issigonis. In realtà, la prima Mini senza tetto risale però addirittura al 1964, quando ne venne realizzata un’edizione militare, spogliata della carrozzeria, destinata poi a un uso civile come Mini Moke (la Repubblica)
La notizia riportata su altri media
Nota con la sigla di progetto F67, la quarta generazione segue la 3 Porte e cambia nome, diventando ufficialmente nel 2025 la Mini Cooper Cabrio, e guadagna tutte le novità della “Hatch” della Mini F66. (Autoappassionati.it)
La Mini Cooper Cabrio accoglie il pilota con un posto di guida ben congegnato. Pedaliera volante sedile consentono infatti a tutti di trovare una sistemazione corretta. A voler cercare il pelo nell’uovo si potrebbe dire che la seduta è un po’ corta e leggermente distante dal pavimento. (Red-Live)
A completare il quadro arriva ora la nuova Mini Cooper Cabrio, esponente di un segmento, quello della piccole scoperte, spopolatosi negli ultimi anni. Scorrendo a ritroso le nostre prove si possono trovare per esempio quelle della Aceman, della Cooper S e della Countryman, a riprova di una profonda voglia di rinnovamento. (Red-Live)
Nuova Mini Cooper Convertible S (Auto.it)
Non fa eccezione la Mini Cabrio, che torna ad essere prodotta nella sede di Oxford e si presenta con una gamma di tre versioni spinte, basilarmente, dallo stesso quattro cilindri di 2 litri in tre configurazioni di potenza: 163 cavalli per la C, 204 per la S e infine 231 per la immancabile John Cooper Works ai vertici della gamma non solo per le prestazioni. (Auto.it)