Berlino si arrende alla crisi: "Coi dazi sarà pure peggio"

Berlino si arrende alla crisi: Coi dazi sarà pure peggio
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il Giornale ECONOMIA

Piuttosto che la Bundesbank, meglio Frate Indovino. O il Mago Otelma. Perché la più potente banca centrale nazionale dell'Eurozona, la Burattinaia che tira i fili della Bce, in fatto di previsioni non ne azzecca una. Appena lo scorso giugno, mentre la Germania già boccheggiava in recessione, il capo della Buba Joachim Nagel si esibiva in uno spericolato vaticinio da narrazione fantasy: «L'economia tedesca si sta liberando dalla fase di debolezza congiunturale. (il Giornale)

Ne parlano anche altre fonti

La nuova stima è di -0,2%, una blanda recessione che si confronta con il + 0,3% che veniva indicato lo scorso giugno. La Bundesbank prevede che l’economia inizierà a riprendersi lentamente solo nel corso del prossimo anno. (Il Fatto Quotidiano)

Scioperi, licenziamenti, calo ancora delle esportazioni, recessione certificata, produzione industriale sempre più in arretramento: l'economia tedesca rischia di entrare nel 2025 peggio di come è uscita dal 2024. (L'HuffPost)

Nel 2026 e nel 2027, l’economia tedesca registrerà una crescita leggermente superiore, rispettivamente dello 0,8% e dello 0,9% (Milano Finanza)

Scioperi, licenziamenti, recessione. La Germania entra col buio pesto nel 2025 (di C. Paudice)

I dati congiunturali deludenti. Le prospettive fosche per l'industria. I dubbi e le discussioni su come rilanciare l'economia. Che cosa sta succedendo, e di cosa si discute, in Germania. Molti medici attorniano il capezzale dell’economia tedesca, anche se nessuno pare ancora aver trovato la ricetta della guarigione. (Start Magazine)

La banca centrale tedesca conferma le difficoltà dell’economia della Germania. Nel suo ultimo report la Bundesbank ha abbassato le previsioni sul Pil del 2024: non ci sarà la flebile crescita stimata in precedenza (+0,2%) ma una flessione dello 0,2%. (financialounge.com)

E invece no, sarà recessione. Per l’economia tedesca si prevedeva un’espansione di 3 decimali per l’anno in corso. (La Stampa)