Unicredit-Banco Bpm, Giuseppe Castagna prepara l’arrocco
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Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm, sta studiando una serie di mosse strategiche per difendersi dall’offerta pubblica di scambio (ops) lanciata da Unicredit. Tra le opzioni al vaglio, vi è la convocazione di un’assemblea straordinaria dei soci, che potrebbero essere chiamati ad alzare il prezzo dell’offerta pubblica di acquisto (opa) su Anima, società di gestione del risparmio. Inoltre, si sta considerando la possibilità di distribuire un dividendo straordinario o di cedere alcuni asset, come contromosse per contrastare l’avanzata di Unicredit.
Il mercato continua a differenziare i titoli di Piazza Gae Aulenti, sede di Unicredit, e quelli di Banco Bpm, l’istituto target dell’ops. Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit, aveva già espresso in passato le sue perplessità sulla gestione delle opa, definendola una delle sfide più complesse per un investment banker. Nonostante la lunga carriera nel settore, Orcel considera ancora molto difficile gestire un’opa su una banca, come aveva dichiarato in un’intervista a MF-Milano Finanza lo scorso maggio.
Dietro l’offerta di Unicredit su Banco Bpm, vi è anche la grande partita per mettere le mani sul risparmio italiano, un mercato da quasi 2.200 miliardi di euro, quinto in Europa per dimensioni. Dal 2017, Unicredit non è più presente direttamente in questo settore con una propria società di gestione del risparmio, rendendo l’opa su Banco Bpm ancora più strategica.
Tuttavia, l’operazione di aggregazione tra le due banche non è priva di criticità. Castagna ha manifestato perplessità sulle sinergie di costo stimate da Unicredit, che prevedono un taglio di 6.000 dipendenti.