L’Opa di Bpm su Anima, il ‘buco’ da 370 milioni e i timori di Orcel: perché l’offerta è più bassa

L’Opa di Bpm su Anima, il ‘buco’ da 370 milioni e i timori di Orcel: perché l’offerta è più bassa
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la Repubblica ECONOMIA

MILANO – C’è un ‘caso Anima’ nella battaglia bancaria su più fronti – anche politico – che Unicredit ha avviato per inglobare Banco Bpm. La società di fondi, che gestisce oltre 200 miliardi di euro di risparmio italiano, è a sua volta sotto attacco, perché la banca guidata da Giuseppe Castagna, prima azionista con oltre il 19%, ha lanciato un’Opa da 1,6 miliardi il 6 novembre sul resto delle quot… (la Repubblica)

Se ne è parlato anche su altri media

La comunicazione ribadisce la contrarietà della dirigenza all'offerta pubblica di scambio di Unicredit, giudicata insufficiente. La dirigenza di Banco Bpm ha allertato i propri dipendenti con una lettera firmata dall'amministratore delegato del gruppo Giuseppe Castagna. (QuiFinanza)

Paolo BarelliMissing Credit Paolo Barelli, presidente dei deputati azzurri, Unicredit ha preso in contropiede il governo: il terzo polo bancario rischia di tramontare come teme il leader del Carroccio? "Non penso così. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

“Golden power? Se non è chiara, perché la dovrei chiarire io che non sono parte. Nelle operazioni di mercato valgono due fattori: i fattori strettamente di mercato, che sono quelli economici, e le regole con la vigilanza delle autorità. (LAPRESSE)

Bpm avverte i dipendenti, 6mila licenziamenti se passa l’offerta Unicredit

Un’offerta dalle condizioni giudicate «inusuali». E che, oltre ad essere contrassegnata da un «elevato grado di incertezza», visto che UniCredit è impegnata in Germania su Commerzbank, può creare «pesanti ricadute occupazionali». (Il Sole 24 ORE)

Finito nel mirino del colosso Unicredit - scrive ai dipendenti manifestando perplessità sulla possibile operazione di aggregazione tra le due banche, ma soprattutto sulle sinergie di costo stimate da Unicredit. (Secolo d'Italia)

Si è espresso così, con un secco no, il cda dell’istituto di Piazza Meda all’offerta pubblica di scambio volontaria di UniCredit annunciata lunedì. Un’operazione ‘ostile’ che ha anche trovato il veto del governo, spiazzato dalla decisione di Andrea Orcel, ad di Unicredit, al punto da valutare l’ipotesi del golden power, ossia lo strumento attraverso il quale la presidenza del Consiglio può di fatto condizionare o addirittura vietare un’operazione di mercato nel caso in cui questa riguardi beni o strutture che si considerano strategici per la sicurezza nazionale. (Forbes Italia)