Ultimi femmincidi, la rabbia di Elena Cecchettin: "Ancora troppo poche narrazioni accettabili"

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E' un fiume in piena Elena Cecchettin, dopo gli ultimi femminicidi che hanno sconvolto le cronache di questi giorni: quello di Sara Campanella e quello di Ilaria Sula. Affida il suo sfogo ai social e, nella sua storia Instagram critica il modo di raccontare i fatti utilizzato da alcuni giornalisti, senza rispetto. Prima di tutto, da sorella di una vittima, esprime la sua profonda vicinanza alle famiglie e agli amici di entrambe le studentesse uccise per mano di coetanei, poi su Instagram dà voce alla sua rabbia: "Vedo ancora troppo poche narrazioni accettabili riguardo ai femminicidi. (RaiNews)

Su altri giornali

"Tenetevi sempre stretto chi vi ama e amatelo alla follia, la vita può cambiare in un batter d'occhio", ha scritto su Instagram Antonino, residente a Palermo. "Ciao piccola mia. Ti amerò per sempre, te l'ho promesso ricordi?", chiosa il messaggio. (Tgcom24)

MESSINA – L’avvocato Raffaele Leone, legale di Stefano Argentino, il 27enne fermato per l’omicidio della collega di università Sara Campanella, dopo l’interrogatorio di garanzia ha rinunciato al mandato. (lasiciliaweb)

La sorella di Giulia Cecchettin, uccisa nel novembre 2023 dall'ex fidanzato Filippo Turetta, è stata contattata in queste ore dai cronisti per comemntare i due femminicidi, ma ha poi deciso di fare delle Stories su Instagram (Adnkronos)

Prima di morire, Sara era riuscita a mandare un messaggio a una amica che era al corrente della situazione. Prima notte in carcere per Stefano Argentino, 27enne di Noto, accusato di aver ucciso la sua compagna di università di Messina, la 22enne Sara Campanella, aggredendola in pieno giorno per le strade nei pressi dello stadio lo scorso lunedì. (Il Gazzettino)

Il 27enne è andato nella sua città natale, Noto, in provincia di Siracusa, in treno. Si è fermato in un bed and breakfast di proprietà della madre. Qui è stato arrestato. Stefano Argentino (Vanity Fair Italia)

Nel pomeriggio, sulle scalinate all'esterno della facoltà di Scienze Politiche della Sapienza, Cambiare Rotta e Donne De Borgata hanno affisso uno striscione di protesta. “Per Ilaria, per Sara”. Non provano più “stupore” ma solo tanta “rabbia”. (la Repubblica)