Un’opinione proibita – e controcorrente – sul caso di Cecilia Sala
In questi giorni non si fa altro che parlare del caso controverso di Cecilia Sala, la giornalista mainstream arrestata in Iran in quanto giudicata persona non gradita dal governo di Teheran. Speriamo vivamente che ella venga presto liberata e possa tornare in Italia sana e salva. Il caso comunque ci permette di svolgere alcune considerazioni controvento anche in questo frangente. Che ci faceva Cecilia Sale in Iran? Da quel che emerge dalla sua pagina Twitter faceva interviste sul patriarcato con un taglio evidentemente critico rispetto al governo di Teheran. (Radio Radio)
Ne parlano anche altri media
Undici righe vergate dall’agenzia ufficiale iraniana Irna sono la prova che Cecilia Sala, la giornalista italiana esperta di Medioriente, è vittima di una trappola e di un ricatto. E che quello che viene spacciato per arresto altro non è che un sequestro di persona autorizzato dal regime islamico per la più classica e meschina operazione di scambio di prigionieri. (Tiscali Notizie)
Durante la settimana appena trascorsa in Iran per realizzare un reportage sulla nuova amministrazione Pezeshkian, pur avendo avuto una decina di incontri con le autorità iraniane, non ho mai percepito nessun segnale della crisi diplomatica in atto tra il nostro paese e la Repubblica islamica. (L'HuffPost)
È ormai accertato che la giornalista è stata ammanettata come ritorsione per l'arresto avvenuto tre giorni prima a Malpensa dell'ingegnere svizzero-iraniano Mohammad Najafabadi Abedini, su mandato della magistratura americana. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
altro (Fanpage.it)
Caro direttore, mi pare sempre più chiaro che la giornalista Cecilia Sala è stata imprigionata in Iran come pedina di scambio per ricattare l’Italia e gli Stati Uniti. Nonostante le autorità di quel paese dicano che «ha violato le leggi islamiche», tendo a credere che sia vero quel che scrivono molti giornali e cioè che sia una forma di ritorsione (per poi giungere a uno scambio) per quell’ingegnere fermato a Malpensa. (Tempi.it)
Nella piena collaborazione fin qui assicurata, chiediamo al Governo, nelle forme che la delicatezza della vicenda prevede, la condivisione con tutte le forze politiche delle iniziative intraprese per la sua liberazione. (QUOTIDIANO NAZIONALE)