Chi l'ha visto: da Donatella Raffai a Federica Sciarelli. Storia del programma cult
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Se il successo di un programma si misura anche sugli "sberleffi" e le rivistazioni comiche a lui dedicate, Chi l'ha visto può dire di vantare una nutrita serie di "caricature"
Il nome di Donatella Raffai, la giornalista Rai scomparsa oggi, giovedì 10 febbraio, è indissolubilmente legato a "Chi l'ha visto", una delle trasmissioni più longeve dell'intero panorama Rai.
Nel 1991-92 la giornalista di origini marchigiane decise di "mollare" Chi l'ha visto e di dedicarsi a un nuovo programma, battezzato "Parte civile". (IL GIORNO)
Ne parlano anche altri giornali
e dell'antesignano "Telefono Giallo". i è spenta a 78 anni Donatella Raffai, conduttrice volto storico della trasmissione "Chi l'ha visto?" (Tuttosport)
Al marito e ai figli il profondo cordoglio di Federica Sciarelli e della redazione di «Chi l’ha visto?’» «Ci ha lasciato Donatella Raffai, volto indimenticabile e motore del programma nelle sue prime storiche edizioni – scrive sul sito la redazione di ‘Chi l’ha visto?’ -. (Cronache Maceratesi)
Donatella Raffai Alberto Terenghi / IPA. Dopo di allora, Donatella Raffai abbandona la scena pubblica conservando, però, un posto speciale nel cuore degli spettatori. (Vanity Fair Italia)
Nata a Fabriano l’8 settembre del 1943, la notizia è stata diffusa in mattinata dal marito Sergio Maestranzi, ex regista Rai, e dalla redazione di “Chi l’ha visto?’. Addio a Donatella Raffai,. giornalista e storica conduttrice. (Cronache Maceratesi)
Un lutto che ha colpito l'intero stivale e di cui tutti sentono il peso e senz'altro anche l'attuale conduttrice del programma. Per la prima volta ha condotto il celebre programma Rai3, che ha debuttato nel 1989, rimanendo al timone per 5 anni. (Primo Articolo)
1 min, 15 sec. Advertisement Advertisement. Dopo i primi rastrellamenti effettuati nelle zone frequentate abitualmente dalla persona scomparsa, da qualche giorno le operazioni si sono spostate su Rosarno ed in particolar modo nelle campagne che costeggiano il torrente “Mesima”. (Corriere di Lamezia)