È morto Franco Cerri, il jazzista "in ammollo"

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo

Ne dà conferma Enrico Intra, con cui aveva aperto la scuola ‘Musica oggi’ nel 1987.

Tempo di lettura < 1 minuto. MILANO – Il mondo del jazz è in lutto per la morte del grande chitarrista Franco Cerri, mancato a Milano a 95 anni.

Ai più era noto anche come il famoso “uomo in ammollo” di una vecchia pubblicità televisiva.

“Abbiamo suonato insieme per mezzo secolo – racconta Intra – abitando insieme questo mondo del suono cui mancherà un ottimo docente di chitarra, perché Franco riusciva a cominciare tutta la sua esperienza e personalità d’uomo, era molto comunicativo, disponibile, educato, civile, umano, quelle belle doti che dovrebbero avere tutti quanti, era fortunato chi lo frequentava e quindi anche gli studenti”

(Quotidiano del Sud)

Su altri giornali

«Ci ha lasciato il grande Franco Cerri», ha scritto. «Chitarrista jazz di fama internazionale, da Milano è entrato nelle case di milioni di italiani grazie alla sua straordinaria bravura e simpatia (Corriere Milano)

Nel 2015 registrò addirittura un disco con alcuni musicisti marchigiani, dal titolo “Franco Cerri in one, two, three Quartet”. Tante le serate e le emozioni che Franco Cerri ha regalato al pubblico marchigiano (Corriere Adriatico)

Incontrò poi Django Reinhardt, con cui suonò in trio, mentre nel 1950 dall’incontro con il sassofonista Flavio Ambrosetti nacque il primo Franco Cerri Quintet. «Purtroppo - aggiunge Dodi Battaglia - se ne è andato Franco Cerri, uno dei più grandi. (L'Arena)

Aveva poi collaborato in più occasioni con Renato Sellani, grande pianista jazz senigalliese, scomparso nel 2014 a Milano dove era arrivato negli anni Cinquanta proprio invitato dal suo amico Cerri. Nel 1975 Cerri e Sellani avevano anche condotto assieme la trasmissione “Angeli e cornacchie”, tre puntate dirette dal noto regista televisivo Enzo Trapani (Senigallia Notizie)

AGF Franco Cerri. Al suo attivo 35 album pubblicati. Insieme ad una carriera da solista e nei circuiti jazz ha poi collaborato anche con Mina e Roberto Vecchioni. (AGI - Agenzia Italia)

In Italia nessun altro musicista può vantare una carriera altrettanto lunga e prestigiosa quanto quella di Cerri, considerato uno dei pilastri del jazz italiano. Sei nelle sue mani, mentre con le tue le arpeggi l’orgoglio, e cerchi di ingraziartela con il balletto illusionistico delle dita”. (Tempo Stretto)