Cos’è la capsula del suicidio assistito? Il punto sul fine vita
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Si chiama “capsula del suicidio assistito”, un nome che indica subito lo scopo: permettere, a chi lo desidera, di porre fine alla propria vita in modo autonomo, tramite un’apparecchiatura chiamata “Sarco”. Per la prima volta è stata utilizzata in Svizzera. A usufruirne è stata una donna americana di 64 anni che, stando al comunicato della società che l’ha accolta, soffriva di una «grave compromissione immunitaria». (Donna Moderna)
Ne parlano anche altri giornali
"Sarco" è stato usato. La cosiddetta capsula del suicidio assistito, presentata a luglio scorso, tra le critiche, è stata messa in funzione la prima volta per consentire l'eutanasia di una cittadina statunitense di 64 anni che soffriva di una grave compromissione immunitaria. (Io Donna)
Questi i fatti: a Merishausen, in una foresta vicino al confine con la Germania, una donna americana di 64 anni, affetta da gravi problemi di salute per una patologia autoimmune, sarebbe deceduta proprio con questo dispositivo, che è stato utilizzato per la prima volta in questa circostanza. (Vanity Fair Italia)
Dopo essere stata presentata al mondo tra le polemiche nel luglio scorso, due giorni fa la capsula del suicidio Sarco è stata usata la prima volta per consentire l'eutanasia di una cittadina statunitense di 64 anni che soffriva di una grave compromissione immunitaria. (il Giornale)
Si tratta del primo utilizzo della capsula, che provoca la morte saturando l'aria di azoto, e si sarebbe verificato in un (Secolo d'Italia)
Il nome della capsula per il suicidio, Sarco, è indicativo: deriva da “sarcofago”. Cos'è e come funziona la capsula Sarco per il suicidio (Virgilio Notizie)
Credit: Sarco. In Svizzera è stata utilizzata per la prima volta una capsula per l'eutanasia da una donna americana di 64 anni gravemente malata. Il suo funzionamento ruota attorno all'utilizzo di azoto liquido per ridurre rapidamente la quantità di ossigeno al suo interno. (Geopop)