Emergenza sanitaria: accesso alle cure in Italia al collasso. Rapporto di Cittadinanzattiva

Emergenza sanitaria: accesso alle cure in Italia al collasso. Rapporto di Cittadinanzattiva
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
insalutenews SALUTE

– È sempre il grande tema delle difficoltà di accesso alle cure sanitarie del nostro Paese quello che emerge dall’annuale Rapporto civico sulla salute, presentato oggi a Roma da Cittadinanzattiva presso il Ministero della Salute, alla presenza del Ministro Orazio Schillaci. Su 24.043 segnalazioni dei cittadini nel 2023 (in crescita di 9971 rispetto all’anno precedente), quasi una su tre – il 32,4%, +2,8% rispetto al 2022 e +8,6 rispetto al 2021 – fa riferimento al mancato accesso alle prestazioni. (insalutenews)

Ne parlano anche altre testate

Italiani sempre più Allarmati dalla crisi del SSN, senza Sanità integrativa è la fine Italiani sempre più preoccupati dalla crisi in cui versa la sanità pubblica, con la maggioranza che non la ritiene più in grado di rispondere da sola ai loro bisogni in fatto di salute. (PLTV)

di Pietro Cavalli 25 OTT (Quotidiano Sanità)

Mesi per prenotare una visita, ritardi per il Cup unico previsto all’Asst Franciacorta. Aumenta la spesa delle famiglie e la quota di chi rinuncia alle cure (Bresciaoggi)

Pochi medici e anziani senza cure: ci saremmo aspettati di più sulla sanità in manovra

A rilevarlo è l’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, che con l’istituto di ricerca Nomisma ha interrogato in merito un campione di 1.346 persone in tutto il territorio nazionale. (Insurzine)

Luci e ombre sulle performance di Asl Lecce: tempi rispettati in tutte le prestazione con il codice di priorità B (Breve da effettuarsi entro 10 giorni), ma solo il 38 per cento delle visite cardiologiche con i codici prioritari D e P sono erogate nei tempi previsti (30 giorni per la D e 120 per la P). (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il 25% degli ultra 65enni in Italia rinuncia alle cure per le lunghe liste di attesa, per i costi delle prestazioni e per difficoltà logistiche. A rischio anche la salute di 2,1 milioni di famiglie italiane che vivono nell’indigenza. (Il Fatto Quotidiano)