Ancora un suicidio in carcere: s’ impicca in cella a 30 anni

Ormai anche la conta dei suicidi si è trasformata in qualcosa di rituale. Oggi l’ennesimo, questa volta a Rebibbia, dove un giovane detenuto di 30 anni si è impiccato nella sua cella del reparto g12 del carcere romano. Per lui non c’è stato nulla fare, nonostante i soccorsi. Sono già 59 le persone che si sono tolte la vita in carcere dall’inizio dell’anno, alle quali vanno aggiunti i sei agenti della polizia penitenziaria che non ce l’hanno fatta più a reggere il peso della invivibilità in carcere. (Il Dubbio)

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Un altro suicidio in carcere, l’ennesimo. Un detenuto si suicidato nel carcere di Rebibbia. Una strage di cui quasi non si riesce a tenere il conto perché per alcuni i morti da inizio anno sono stati 61, per altri 59. (Il Fatto Quotidiano)

Il carcere di Castrogno è primo in Italia per suicidi. Da gennaio a giugno, secondo l’ultimo rapporto dell’associazione Antigone, tre detenuti si sono tolti la vita nella struttura teramana (Rete8)

Si consolida nel Palazzo di Giustizia la riflessione comune sul tema “suicidi in carcere”, anche a fronte della cronaca recente, con l’ennesimo suicidio di un ragazzo di appena vent’anni nel carcere di Sollicciano. (gonews)

Carcere, suicidi e scarafaggi alla Dozza: “La solidarietà non basta più”

È l’appello lanciato al governo e al parlamento da avvocati e magistrati fiorentini, che riflettendo sulla drammatica situazione nelle carceri ribadiscon… Amnistie e indulti per alleggerire il sovraffollamento delle carceri. (La Repubblica Firenze.it)

Roma, 26 Lug. – “Trent’anni circa, italiano, è stato rinvenuto impiccato stamattina nella sua cella del reparto G12 della Casa Circondariale di Roma Rebibbia, a nulla sono valsi i soccorsi. Si tratta del 59esimo suicidio di un detenuto dall’inizio dell’anno, cui bisogna aggiungere i 6 appartenenti alla Polizia Penitenziaria che si sono tolti la vita. (UILPA Polizia Penitenziaria)

Il direttivo e l’osservatorio “diritti umani” della Camera penale, chiamano tutti alle proprie responsabilità dopo il suicidio alla Dozza di Lul Zim Musta, il detenuto albanese con problemi di salute mentale che domenica mattina si è tolto la vita impiccandosi in cella. (La Repubblica)