Valentino allo specchio. Il debutto di Alessandro Michele alla Paris Fashion Week
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“Siamo creature fragili, esposte costantemente al senso del limite. Camminiamo in punta di piedi su specchi che si infrangono sotto il peso del nostro incedere. Non c’è passo che non rischi l’inciampo, la caduta. … Tuttavia, proprio questa condizione ci inizia al vero significato della nostra dimensione temporale. Che senso mai avrebbe, infatti, il nostro transito terrestre se non fosse determinato nel tempo, ma fosse infinito?”. (Harper's Bazaar Italia)
Se ne è parlato anche su altre testate
Sfilano pantaloncini ricamati con frange, giacche e jeans effetto usato, abitini sottoveste, felpe, canotte e cappotti artigianali composti interamente da rimanenze di rocchetti di filato denim. (Il Giornale d'Italia)
Bellezza che, per Michele, non è estetica fine a se stessa, e nemmeno un ideale universale e immutabile, ma un'epifania improvvisa, un disvelamento, che avviene ogni volta che ci mettiamo in contatto con qualcosa di vero, profondo e significativo. (Panorama)
Avete presente la scena del film Disney “Anastasia” in cui la giovane discendente dei Romanov, dopo aver perso la memoria e la famiglia, entra per caso nel palazzo reale di San Pietroburgo, abbandonato dopo la cacciata degli zar? I mobili sono coperti da lenzuola, gli specchi rotti, un velo di polvere si é posato su tutte le superfici: ma, quando arriva nel grande salone delle feste, come per magia tutto prende vita. (Il Fatto Quotidiano)
Dopo un intervento di rinnovo, ha riaperto il flagship store Emporio Armani di Milano, contenitore di abiti, accessori e idee di lifestyle legate al mondo Armani, situato all’interno dell’iconico palazzo a forma di A che ospita anche Emporio Armani Ristorante e Caffè, Nobu Milano, Armani Hotel e il club Armani/Privé. (Il Giornale d'Italia)
In un ambiente «spettrale», lo stilista italiano ha fatto sfilare la sua prima opulenta collezione per Valentino, infusa della storia della casa di moda romana. Vanity Fair lo ha incontrato dopo la sfilata (Vanity Fair Italia)
Un «Pavillon des Folies» adibito a metafora dell’esistenza in cui riscoprire il potere della bellezza, solo apparentemente futile e fugace, come rimedio all’angoscia, nutrimento per l’anima, fonte di gioia e ancora di salvezza nel disordine della vita. (Cosmopolitan)