Alessandro Michele e la sua visione per Valentino

- Alessandro Michele, al suo debutto come direttore creativo di Valentino, ha presentato una collezione che si distacca nettamente dalle aspettative tradizionali. In uno spazio che ricorda la casa abbandonata di Miss Havisham in "Grandi Speranze", Michele ha creato un ambiente spettrale, illuminato solo dalla luce fioca delle lampade che filtra attraverso larghi teli bianchi. Questo scenario, volutamente decadente, ha fatto da cornice a una riflessione profonda sul senso della vita, sulla fragilità umana e sulla bellezza.

La bellezza, secondo Michele, non è un concetto estetico fine a se stesso, né un ideale universale e immutabile. Al contrario, è un'epifania improvvisa, un disvelamento che avviene ogni volta che ci mettiamo in contatto con qualcosa di vero, profondo e significativo. Questa visione si è concretizzata nei dettagli della collezione, dove i fiocchi e gli elementi decorativi non sono semplici ornamenti, ma simboli di un'esperienza estetica più profonda.

Dopo sei mesi di attesa e una piccola anteprima data dalla stagione pre-fall, Michele ha finalmente svelato la sua prima collezione durante la settimana della moda di Parigi. Il "Pavillon des Folies", allestito come metafora dell’esistenza, ha permesso di riscoprire il potere della bellezza, apparentemente futile e fugace, ma in realtà rimedio all’angoscia, nutrimento per l’anima e fonte di gioia. In questo contesto, la bellezza diventa un'ancora di salvezza nel disordine della vita.

L'intervista rilasciata a Vanity Fair dopo la sfilata ha rivelato ulteriori dettagli sulla filosofia di Michele. In un ambiente che molti hanno definito "spettrale", lo stilista ha fatto sfilare una collezione opulenta, infusa della storia della casa di moda romana. Il bianco, scelto come colore dominante, ha sostituito il tradizionale rosso Valentino, creando un contrasto netto e inaspettato. Questo cambiamento ha suscitato reazioni contrastanti: alcuni hanno criticato l'eccessiva somiglianza con lo stile Gucci, mentre altri hanno apprezzato la reinterpretazione contemporanea degli archivi di Valentino.

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