Rivolta nel Csm per Pinelli da Meloni: “Ignari dell’incontro riferisca al plenum”
I consiglieri sono increduli e chiedono al vicepresidente del Csm Fabio Pinelli di riferire già oggi davanti al plenum sui contenuti dell’incontro avuto lunedì a palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni. Di fatto però l’invito è già stato respinto e alcun chiarimento è in programma né formale né informale. La linea del vicepresidente, espressione della Lega, suona così: «Ci sono stati molti al… (la Repubblica)
La notizia riportata su altre testate
La visita del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Fabio Pinelli con la premier Giorgia Meloni divide i consiglieri. Dopo l’irritazione del Quirinale trapelata nelle scorse ore, per un episodio irrituale soprattutto in un momento così delicato per i rapporti tra governo e magistratura, una parte dei membri togati del Csm ha sottoscritto un documento indirizzato proprio al vicepresidente Pinelli. (Open)
Ai piani alti di Palazzo Bachelet provano a chiudere l’increscioso incidente con il Colle: ci tengono a far sapere che l’incontro a Palazzo Chigi di lunedì tra il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, e la premier era stato notificato per tempo al Capo dello Stato nonché presidente dello stesso organo di autogoverno della magistratura. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Ieri i consiglieri togati del Csm, ad esclusione della corrente Magistratura indipendente, hanno scritto una lettera di fuoco in direzione del vicepresidente Fabio Pinelli. Si allarga lo scontro tra toghe e governo. (ilmessaggero.it)
Ma ad accelerare il trambusto è arrivato l’incontro tra il vicepresidente Fabio Pinelli (che da quel blocco laico proviene) e la premier Giorgia Meloni, fresca di espliciti attacchi a provvedimenti giudiziari sgraditi. (Corriere Roma)
«Ma era un segnale di apertura», dicono adesso da Palazzo Chigi, altro che sgarbo o ingerenza o forzatura o chissà che: il colloquio tra Giorgia Meloni e Fabio Pinelli, vicepresidente del Consiglio della magistratura, «è avvenuto alla luce del sole» e aveva l'intenzione di «riaprire le porte» e dimostrare che con le toghe «il dialogo è comunque possibile», pure in una fase di grande scontro tra i poteri dopo il decreto immigrazione e le sentenze sui trasferimenti in Albania. (il Giornale)
Il clima quotidiano di scontro, accuse, controrepliche e sospetti che ormai aleggia da tempo fra il governo e la magistratura, innescatosi soprattutto sulle riforme di giustizia, sul nodo delle politiche migratorie e sull’applicazione del quadro normativo europeo, continua a generare tensioni. (Avvenire)