Sergio Mattarella inizia il "semestre bianco": cosa può fare e cosa no

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Sergio Mattarella inizia il “semestre bianco”: cosa può fare e cosa no. Il 3 agosto 2021 il settennato di Sergio Mattarella è entrato nel cosiddetto 'semestre bianco'.

Questo vuol dire che è entrato negli ultimi 6 mesi del suo mandato: cosa comporta e quali poteri perde il presidente della Repubblica

(QuiFinanza)

La notizia riportata su altre testate

Ma non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura”. Il timore era infatti che un presidente autoritario in scadenza di incarico potesse prorogarsi i poteri, indicendo nuove elezioni “pilotate” per ottenere la rielezione. (L'Unione Sarda.it)

Lo stabilisce l'articolo 88 della Costituzione: «Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Il Presidente può inviare alle Camere un messaggio su un argomento che ritiene particolarmente significativo per il Paese (La Stampa)

C'è anche chi già ipotizza che i partiti possano chiedere a Mattarella di dare la disponibilità a farsi rieleggere per un secondo mandato. E nonostante alcuni tentativi di modificare la Carta introducendo il divieto di "bis", la norma ha resistito nel tempo (Gazzetta del Sud)

L’obiettivo è adesso arrivare a febbraio 2022, quando ci sarà il successore di Sergio Mattarella Il così detto «semestre bianco» è dunque il frutto di una norma che mira a tutelare i principi democratici che ispirano la Costituzione. (Ultim'ora News)

Il Capo dello Stato mantiene poteri anche nel semestre bianco: ecco quali. Per evitare “ingorghi istituzionali”, nel 1991 (la fine del mandato di Cossiga coincideva con la fine della legislatura, ndr) è stata aggiunta l’ultima parte. (Periodico Italiano)

i sono due linee di pensiero rispetto al semestre bianco cominciato ieri: non essendo possibile sciogliere le Camere in caso di crisi, i partiti della maggioranza cominceranno ad alzare il tiro giorno dopo giorno, aumentando richieste, fibrillazioni, conflittualità; oppure, per riprendere la riflessione di Luigi Zanda, che di un futuro presidente della Repubblica come Francesco Cossiga fu portavoce per diversi anni, "sebbene la politica abbia atteso sempre questa finestra con grande trepidazione, non è mai accaduto che si dovesse rimpiangere il non poter indire elezioni in quel periodo" (la Repubblica)