Tajani esulta: “Forza Italia centrale in Europa. Elezione von der Leyen rassicura i mercati”. E appoggia (con Lollobrigida) Fitto commissario

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PNRR Ponte sullo Stretto Migranti

“L’elezione di Metsola e von der Leyen è un segnale chiaro che diamo ai mercati di stabilità”. Antonio Tajani, vicepremier, ministro degli esteri e leader di Forza Italia, a margine dell’Assemblea nazionale di Coldiretti a Roma, fa il punto all’indomani del bis di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Europea. Tajani esulta perché “Forza Italia è centrale in Europa” e per l’Italia ora chiede “un portafoglio di rilievo e anche una vicepresidenza della Commissione Europea”. (Il Fatto Quotidiano)

Su altri giornali

Quando dalla campagna inglese dell'Oxfordshire dove ha partecipato al quarto vertice della Comunità politica europea Giorgia Meloni ha anticipato a Ursula von der Leyen la scelta di Fratelli d'Italia di non sostenerla nell'imminente voto del Parlamento Ue per la sua riconferma a presidente della Commissione. (il Giornale)

Ecco le linee programmatiche raccolte in un documento di una trentina di pagine. (AGI - Agenzia Italia)

La maggioranza che ha sostenuto la riconferma di Ursula von der Leyen, che si è fondata sull'appoggio dei Verdi "è artefatta e non reggerà", con i popolari che prima hanno criticato il Green Deal, poi hanno permesso agli ecologisti di diventare "ago della bilancia". (EuropaToday)

La Meloni, la Ue e quei giochi di sponda per dare un posto all'Italia

“Quelli più divisi oggi sono stati quelli del governo italiano. Così Elly Schlein, a margine della manifestazione unitaria per chiedere le dimissioni di Toti a Genova, commenta il voto che ha portato alla rielezione di Ursula Von der Leyen. (Partito Democratico)

Lorenzo Castellani (Italia Oggi)

Per comprendere appieno la partita europea e ciò che ne potrebbe venire all'Italia bisogna guardare i fatti in trasparenza, cioè osservare cosa si intravede sotto la tela ufficiale del voto dei partiti di governo italiani sulla von der Leyen: il sì di Forza Italia, il no non conclamato del partito della premier e il no ideologico iperpubblicizzato della Lega. (il Giornale)