Morto Pietro Larizza, Uil in lutto: fu segretario generale negli anni ’90
Nella notte è morto Pietro Larizza, segretario generale Uil dal 1992 al 2000: a dare notizia della sua scomparsa è stato il sindacato.
Pietro Larizza, ex segretario generale Uil, è morto questa notte all’età di 85 anni.
È morto Pietro Larizza.
Un grande — Giorgio Benvenuto (@giorgiobenvenut) March 1, 2021. Ti potrebbe interessare anche -> Morto Antonio Catricalà: l’ex sottosegretario si è suicidato. (Ck12 Giornale)
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Fu segretario generale dopo la lunga e leadership di Giorgio Benvenuto e tra il 2000 ed il 2005 ricoprì l'incarico di presidente del Cnel. Roma - È morto Pietro Larizza, segretario generale della Uil dal 1992 al 2000. (Il Lametino)
Larizza era nato a Reggio Calabria il 21 luglio del 1935 È morto Pietro Larizza, segretario generale della Uil dal 1992 al 2000. (Corriere della Calabria)
Larizza era nato a Reggio Calabria il 21 luglio del 1935 Lo annuncia il sindacato sottolineando come Larizza visse da promotore e protagonista «la stagione della concertazione che portò alla firma del famoso Protocollo del luglio 1993 con il Governo Ciampi. (Il Messaggero)
1 Marzo 2021 11:36. E’ morto Pietro Larizza: segretario generale della Uil dal 1992 al 2000, era nato a Reggio Calabria. E’ morto Pietro Larizza, segretario generale della Uil dal 1992 al 2000. Larizza era nato a Reggio Calabria il 21 luglio del 1935 (Stretto web)
Fu tra i protagonisti degli accordi interconfederali del 1993, che rilanciarono la politica della concertazione fra le parti sociali Dirigente storico del sindacato di via Lucullo, Larizza è stato segretario generale dal 1992 al 2000, promuovendo e vivendo, da protagonista, la stagione della concertazione che portò alla firma del famoso Protocollo del luglio 1993 con il Governo Ciampi. (Adnkronos)
Addio a Pietro Larizza: era stato segretario della Uil in anni difficili, dal 1992 al 2000. Un grande — Giorgio Benvenuto (@giorgiobenvenut) March 1, 2021. Nella foto: da sinistra Larizza con gli allora segretari di Cisl e Cgil Sergio D’Antoni e Sergio Cofferati (Il Fatto Quotidiano)