FRANCO BANCHI SU REGIONALI TOSCANE: ” STAVOLTA DE COUBERTIN HA TORTO”

In pieno clima ferragostano abbiamo intervistato Franco Banchi, Presidente del movimento dei Popolari Toscani Europei ( PTE ). Il tema principale quello della politica toscana in vista delle future ( ma non troppo ) elezioni regionali. Occasione per centrare i punti caldi delle strategie politiche in preparazione dell’importante appuntamento, ma anche per parlare dell’anomalia toscana, che dal 1970, data della costituzione delle regioni, vede sempre maggioranze guidate dal PCI e dai suoi eredi.
Comunicato Precedente

next
Comunicato Successivo

next
Firenze, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

E’ quasi un caso da master sociologico quello che si riferisce alla Toscana: 54 anni di ininterrotto dominio della stessa parte politica. Lei che ne pensa?

“Guardi, io, che non sono stato solo spettatore esterno di questo fatto, visto che ho svolto l’incarico di consigliere di opposizione nella VII legislatura, le posso dire che la fortezza del potere di chi governa sembra a volte inespugnabile. Esistono dei meccanismi di auto-protezione del potere che hanno qualcosa di automatico, quasi un riflesso incondizionato. Le faccio solo un esempio: a distanza di tanti anni il marcio enigma del Forteto rimane ancora insoluto. E parlo delle scandalose protezioni”.

Quindi lei sostiene che siamo oltre la politica…

“Nessun dubbio. Parlo della mia prima esperienza di giovane consigliere comunale a Rignano Sull’Arno. Molti concittadini durante la legislatura venivano da me affinchè portassi alla luce ingiustizie, cattiva amministrazione, inefficienze e sprechi. A cose risiolte con loro grande soddisfazione seguivano gran pacche sulle spalle. Alla fine i voti erano però sempre quelli”.

Quando nella nostra regione si arriva al voto, scatta quel meccanismo che io chiamo di assicurazione sulla vita per cui votare chi governa e farlo vincere è il più grande dividendo azionario. Anche nell’ultima tornata elettorale, in un Comune della provincia di Firenze, il più votato tra i partiti del centro-destra ha dimezzato i voti tra europee e comunali. E si votata, come noto, lo stesso giorno. Altro che politica.

Allora che fare? Potrebbe sembrare una perfetta anticamera della rinuncia al fare politica…

“Chi mi conosce sa bene che non farei mai un appello ad abbandonare la nave della politica, anche se la rotta sembra aspra e difficile. Alcune esperienze sono infatti un segno da non disperdere. Penso alle numerose vittorie di schieramenti alternativi alla sinistra che hanno permesso la conquista di importanti città toscane. E non sono state affermazioni ideologiche, ma in nome di principi alternativi di buon governo. Più il centrodestra marca l’attrito ideologico più ricompatta la sinistra, sicuramente a livello amministrativo. Così la sinistra riesce a compiere il suo capolavoro: la distrazione di massa. Porta così gli elettori dai problemi concreti del vivere quotidiano ai massimi sistemi, regno della contrapposizione ideologica.

Ci vogliono candidature giuste, competenti, coraggiose, motivate. Il bilancino del vecchio manuale Cencelli non basta più. Non so se la forma delle primarie sia il miglior modo per selezionare i candidati, a cominciare da quelli a Sindaco e Presidente. Di sicuro le riunioni al chiuso delle sacre stanze nelle segreterie di partito sono pura archeologia politica”.

Se ho ben capito, lei chiede una grande rivoluzione anche nelle metodologie del centro – destra…

“Parto da una constatazione: se il centro-destra sceglie le candidature in nome dei puri equilibri interni, diventa auto –referenziale, perde la sua forza attrattiva verso quei tanti mondi vitali che, spesso demotivati o seguendo opzioni pragmatiche, si astengono o votano ( come già detto ) per l’usato sicuro. Occorre sparigliare le carte. Le faccio un esempio: nel Comune di Piandiscò - Castelfranco un’inedita alleanza tra un blocco in uscita della sinistra riformista e forze civiche del centro – destra hanno stravinto. E questo in nome di un programma, che ho letto, moderno, lungimirante, non ideologico e di amministratori capaci.

Un altro suggerimento che posso dare ai maggiorenti del centro – destra: non chiudete i tavoli ai soli esponenti dei partiti che a Roma sostengono il governo. Ci sono tante energie politiche in Toscana e realtà non forzatamente collocabili, disposte a scommettere sull’alternativa, ma che non vogliono essere etero dirette.

Nella nostra regione serve un colpo di reni, inventiva e tanta generosità. Se anche stavolta quei toscani che cercano il nuovo percepissero che la partita è perduta prima di cominciare, sarebbe l’apologia dell’astensionismo. Ed è proprio il recupero del non voto la missione virtuosa di chi si batte per l’alternativa in Toscana.

Per maggiori informazioni
Contatto
Associazione Culturale Toscana Area Bianca
(Firenze) Italia
Ufficio Stampa