Studio CESI sull’idrogeno: il trasporto su rete elettrica soluzione più conveniente rispetto ai gasdotti

È disponibile gratuitamente a questo link “ Strategia italiana sull'idrogeno: quale impatto sul sistema elettrico?”, il nuovo studio del Gruppo CESI, multinazionale italiana leader nel testing e nella consulenza per il settore elettrico a livello mondiale. Lo studio mira a esaminare l’impatto dell’idrogeno sul sistema elettrico italiano, al 2030, partendo dalle linee guida preliminari della Strategia Nazionale Idrogeno, elaborata dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE). Lo studio CESI ha…
Comunicato Precedente

next
Comunicato Successivo

next
MILANO, (informazione.it - comunicati stampa - servizi)

È disponibile gratuitamente a questo link “Strategia italiana sull'idrogeno: quale impatto sul sistema elettrico?”, il nuovo studio del Gruppo CESI, multinazionale italiana leader nel testing e nella consulenza per il settore elettrico a livello mondiale.

Lo studio mira a esaminare l’impatto dell’idrogeno sul sistema elettrico italiano, al 2030, partendo dalle linee guida preliminari della Strategia Nazionale Idrogeno, elaborata dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE). Lo studio CESI ha evidenziato, pertanto, quattro possibili scenari di implementazione per la produzione, il trasporto e il consumo di idrogeno: off-grid (non connesso alla rete elettrica), decentralizzato connesso alla rete, trasporto di elettricità connesso alla rete e trasporto di idrogeno connesso alla rete.

“Dalle nostre analisi emerge che la soluzione migliore per produrre idrogeno verde in modo economicamente più conveniente è quella in cui l’energia viene trasportata in forma di elettricità, lungo le dorsali di trasmissione, anziché in forma di idrogeno, lungo i gasdotti,” afferma Matteo Codazzi, Amministratore Delegato di CESI. “Questo perché la rete elettrica permette di esportare il surplus di energia rinnovabile, nel caso in cui la quantità prodotta dovesse superare il consumo degli elettrolizzatori, o di sopperire, in caso di deficit, con elettricità rinnovabile prodotta in altri siti.”

Secondo lo studio di CESI, nel caso degli elettrolizzatori eserciti a ‘bassa flessibilità’, ovvero quando sono utilizzati con un basso coordinamento con gli impianti rinnovabili, quello più probabile nei primi tempi di diffusione della tecnologia, gli scenari con il minor costo di produzione dell’idrogeno sono appunto il ‘decentralizzato e connesso alla rete elettrica’ e il ‘trasporto di elettricità’, per i quali si stima un costo dell’idrogeno di circa 3,8 €/kgH2.

“Gli elettrolizzatori eserciti ad ‘alta flessibilità’, ovvero con maggiore coordinamento con gli impianti rinnovabili, consentono di diminuire drasticamente la spesa sui mercati dell’energia ‘flessibile’ riducendo, così, i costi finali associati all’idrogeno, consentendo di integrare in rete maggiori quantità di energia rinnovabile,” aggiunge l’AD di CESI.

Dall’analisi di CESI, infatti, emerge che, nel caso di ‘alta flessibilità’, gli scenari più economici sono ancora quelli che prevedono la connessione alla rete elettrica, per i quali le stime indicano un costo complessivo nell’intorno dei 3,3 €/kgH2. Con l’’alta flessibilità’, anche lo scenario ‘trasporto di idrogeno’, per quanto sempre più costoso di quello basato sulla rete elettrica, presenta un costo inferiore fino al -13% (3,6-3,9 €/kgH2). Gli elettrolizzatori eserciti ad alta flessibilità, infatti, permettono di evitare volumi notevoli di taglio di energia rinnovabile.

Infine, secondo lo studio CESI, nel breve-medio termine, con gli obiettivi al 2030, l’opzione di un’estesa rete di gasdotti dedicata unicamente al trasporto dell’idrogeno implicherebbe investimenti non trascurabili (nuove tubazioni e “repurposing” di esistenti) difficilmente ripagabili. Tuttavia, nel lungo termine, quando la domanda di idrogeno sarà maggiore e la posizione dei siti di consumo sarà più precisa, nonché l’atteso miglioramento tecnologico delle prestazioni degli elettrolizzatori sarà confermato, potrebbe diventare opportuno ricorrere in modo rilevante al “repurposing” di gasdotti esistenti, anziché costruire nuovi idrogenodotti.

CESI (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano) da più di sessant’anni offre ai suoi clienti, dislocati in più di 70 paesi nel mondo, servizi nel campo dell’innovazione, dell’ingegneria, del testing e della consulenza per il settore elettrico e nell’ingegneria civile e ambientale. In particolare, attraverso la sua Divisione KEMA Labs, il Gruppo è il leader mondiale indipendente nel testing, nell’ispezione e nella certificazione di componenti elettromeccanici per il settore elettrico. CESI, infine, è tra le poche aziende al mondo a sviluppare e produrre celle solari avanzate (III-V triple junction GaAs) per applicazioni spaziali e terrestri (CPV).

I suoi principali clienti sono utility elettriche, operatori della rete di trasmissione, imprese di generazione e di distribuzione, produttori internazionali di componenti elettrici ed elettronici, investitori privati, istituzioni pubbliche (governi, pubblica amministrazione, enti locali), autorità regolatorie. Inoltre, CESI lavora a stretto contatto con istituzioni finanziare internazionali come World Bank, European Bank for Reconstruction and Development, Inter-American Bank, Asian Development Bank ed Arab Fund.

CESI ha sedi a Milano, Arnhem, Berlino, Mannheim, Chalfont (USA), Praga, Dubai, Rio de Janeiro, Santiago del Cile e Knoxville (USA).

www.cesi.it

Copyright Business Wire 2021

Luca Pincelli – CESI Group External Relations – [email protected] / +39 3204048410

Per maggiori informazioni
Ufficio Stampa
 Business Wire (Leggi tutti i comunicati)
40 East 52nd Street, 14th Floor
10022 New York Stati Uniti