Psicologia 3.0, ora le sedute avvengono con visore e realtà virtuale
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Dalla Sicilia al Veneto passando per il Centro Italia: cambiano tecniche e logiche della Psicologia che oggi non si limita più a sfruttare soltanto le potenzialità del web, ma lo travalica sfruttando la realtà virtuale e immersiva. Grazie alla digitalizzazione e allo sviluppo tecnologico basato sulla realtà virtuale, le sedute terapeutiche si svolgono in ambienti più stimolanti e costruiti a misura di paziente per aiutarlo, principalmente, a superare traumi e fobie.
Da queste nuove frontiere prende le mosse il master di II livello in “Psicologia Digitale” promosso dall’Università degli Studi Niccolò Cusano e che vanta collaborazioni d’alto livello come quella con lo psicologo Simone Barbato, cofondatore di IDEGO. Dalla sua fondazione l’azienda è impegnata nello sviluppo di software immersivi per il mental health con lo scopo di cambiare radicalmente l’approccio alla disciplina e supportare professionisti, cliniche, ospedali e centri di ricerca.
“A oggi abbiamo formato più di 400 professionisti – precisa Barbato – sono ancora una nicchia ma la richiesta della realtà virtuale a scopi terapeutici sta aumentando vertiginosamente. Perché? Semplice: rispetto alle sedute tradizionali, questa nuova frontiera riesce a essere ‘attivante’ e a sprigionare certe emozioni come ansia, stress, fobie e panico”. E da qui il passo è breve per aiutare il paziente a decondizionarle in un ambiente protetto come la realtà virtuale immersiva.
Così il master dell’Unicusano diviene una solida base di partenza per affinare le conoscenze di questo strumento a disposizione professionisti provenienti dalle facoltà di Psicologia o Medicina. Il percorso formativo è organizzato affinché, al conseguimento del titolo, si posseggano le competenze e conoscenze per poter utilizzare le tecnologie a disposizione come la E-Therapy, l’uso della realtà virtuale quale supporto funzionale alla meditazione, l’utilizzo degli strumenti tecnologici per migliorare il trattamento di fobie, neuromarketing, comprendere le dinamiche legate ai social media ove ci si trovi a trattare pazienti dipendenti da queste piattaforme, i videogame e serious game, l’apprendimento digitale (blended teaching), biofeedback e neurofeedback.
“A oggi i feedback sono estremamente positivi – sottolinea il professor Barbato – La realtà virtuale è uno strumento che crea un ottimo ingaggio e non solo per il carattere innovativo del percorso. Il tema centrale resta, infatti, l’accettabilità della terapia: dover affrontare per esempio la paura dei cani o dell’aereo in un contesto come quello della realtà virtuale è più accettabile. Le persone sono meno intimorite e, di conseguenza, apprezzano questo approccio”.
Ma il vantaggio della psicologia digitale e, con essa, del master Unicusano ruota anche intorno alla sua efficacia terapeutica. I tempi del percorso clinico si accorciano perché si possono affrontare più rapidamente delle situazioni stressanti in un contesto protetto. O di potenziamento di abilità sociali o, ancora, di induzioni di stati di rilassamento profondo.