Movimento Saharawi per la Pace : una azione per la pace e il dialgo

Sempre più spesso la stampa locale annuncia che alcune amministrazioni locali hanno svolto o svolgono “gemellaggi” con i campi come quello di Tinduf in Algeria. Luoghi come sottolineato da alcuni deputati europei “le autorità internazionali non possono accedervi” Queste azioni, dettate da spirito di solidarietà e quindi animate da buone intenzioni dovrebbero essere svolte forse con maggiore prudenza riconoscendo anche il lavoro delle organizzazioni del popolo Saharawi che non tende a disgregare
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Genova, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

ll Movimento Saharawi per la Pace (MSP), in collaborazione con il Centro Africano di Studi Strategici per la Pace (CISPAIX), organizza la Seconda Conferenza Internazionale sul Dialogo e la Pace nel Sahara Occidentale che si terrà il 27-28 ottobre 2023 nella capitale senegalese, Dakar.

Questa conferenza rientra nella missione del Movimento Saharawi per la Pace e nei suoi sforzi per consolidarsi come "terza via" nella ricerca di una soluzione pacifica al problema del Sahara Occidentale e per porre fine alla tragedia che ha colpito i Saharawi per mezzo secolo.

La conferenza sarà un'occasione per promuovere il dialogo saharawi, con la presenza di rappresentanti delle autorità tradizionali, dei leader tribali e della società civile saharawi, anche se è stato esteso un invito ad alcuni leader del Fronte Polisario, anche se è improbabile che partecipino.

È prevista la partecipazione di personalità internazionali, come l'ex Primo Ministro spagnolo, José Luis Rodríguez Zapatero, l'ex Presidente del Burundi, Domitien Ndayizeye, l'ex Ministro della Difesa e del Congresso spagnolo, José Bono, l'ex Ministro degli Affari Esteri del Perù e l'ex consigliere del Presidente della Nigeria, Abdullahi Azucotini, oltre ad altri ex ambasciatori e membri del Parlamento europeo. 

Sempre più spesso la stampa locale annuncia che alcune amministrazioni locali hanno svolto o svolgono “gemellaggi” con i campi come quello di Tinduf in Algeria. Luoghi come sottolineato da alcuni deputati europei “le autorità internazionali non possono accedervi”  Queste azioni, dettate da spirito di solidarietà e quindi animate da buone intenzioni dovrebbero essere svolte forse con maggiore prudenza riconoscendo anche il lavoro delle organizzazioni del popolo Saharawi che non tende a disgregare le Nazioni

Marco Baratto