'CODICI' - Mostra personale di Fernando Pisacane
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Fernando Pisacane: Tra Cosmo e Caos
di Giovanni Cardone
Guardando le opere di Fernando Pisacane mi sono poste delle domande dove sta andando l’uomo, da dove veniamo perché siamo su questa terrà? Perché l’uomo continua combattere da quando è nato il mondo? Come mai l’uomo è arrivato a tutto questo? E quale è il rapporto con la società contemporanea? L’orgogliosa scienza è in allarme dopo avere, in quest’ultimo secolo, poderosamente sviluppato la tecnologia per favorire la sopravvivenza ed il benessere della razza umana sul pianeta, considera ora con angoscia i probabili, immanenti ed apocalittici traguardi del pur meraviglioso progresso.
Lo stupefacente miracolo industriale e consumistico realizzato dagli apprendesti stregoni ha fatto si che tutto questo si potesse trasformare in una tragedia totale. Abbiamo creato forse un futuro che non conosciamo dove una catastrofe sta minacciando l’uomo, che pure avendo superato l’usura di milioni di anni? Sul bel pianeta che speravamo di trasformare in un incantato si addensano procellose nubi e i socio-ecologici annunciano esterrefatti che siamo giunti, purtroppo, ad una svolta delle possibilità umane di abitare sulla Terra.
La situazione è paradossale: l’uomo deve sopravvivere al suo stesso potere, alla civiltà che ha perseguito e scatenato. La scienza si è rivelata un cavallo di Troia: assistiamo, delusi e smarriti, al suo tradimento. La tecnologia, applaudita come elisir per una vita senza dolore è invece un veleno che circola e nel contempo forse ci uccide. Coloro che avevano sollecitato lo spreco come fattore costruttivo per lo sviluppo economico, ci preparano un avvenire forse di miseria, dove il panorama terrestre si prospetta affollato da uomini affamati e perseguitati da epidemie, intrappolati e sistemati senza scampo nelle nostre città che con il tempo sono divenute megalopoli-lagers. Solo da qualche anno l’uomo forse si era accorto che la sua sfrenata corsa verso la felicità e la comodità verso il paradiso, turbando inevitabilmente l’equilibrio della natura, non era che un precipitare verso l’auto sterminio.
Attente cassandre annunciano che l’ambiente è ferito, che la biosfera è in pericolo mortale, che sui continenti deforestati i fiumi impazziscono e muoiono, che le pianure diventano silenziose e i deserti avanzano: già romba sull’umanità che follemente si moltiplica. Voci coraggiose e responsabili si sono polemicamente alzate per avvertire, per scongiurare ed accusare: chiedendo alla scienza, che ha peccato per mancanza di integrità morale, di porre rimedio, di approntare un salvagente e di prevenire il naufragio. L’elenco dei criminosi attentati alla sopravvivenza della specie e del suo ambiente è un rosario di orrori senza fine. Le acque sono state in gran parte uccise dai detergenti non biodegradabili, l’aria è inquinata dalle centrali di energia atomica e dai gas di scarico industriale, l’atmosfera è avvelenata dal diossido di carbonio della benzina, dagli scarichi delle macchine con evidenti ma sconosciuti effetti sul clima. I ‘grandi sistemi’ ai quali l’uomo ha affidato la propria organizzazione rischiano di entrare in crisi paralizzando intere comunità e provocando catastrofi, abuso dei pesticidi eliminando indiscriminatamente gli insetti e di recente da studi fatti e di articoli scientifici e da quando abbiamo visto per i telegiornali l’ape ha difficoltà nel produrre miele c’è uno sconquasso dell’ecosistema. Come possiamo salvare il mondo? Attraverso ‘l’Arte’, con l’incontro con il dibattito Pisacane c’è lo descrive in modo emblematico, quando l’artista diviene tutt’uno con l’opera d’arte, ecco che nasce la Coincidentia Oppositorum , le sue opere sono una ridda ubriacante di ossimori, di coerenti contraddizioni sono immobili tempeste, sono lampi di tenebra fatti di materia spirituale, sono funambolici giochi da tavolo di disequilibrato equilibrio, criptiche rivelazioni di un caos ordinato, superfici tridimensionali di levigata scabrosità, arcaiche narrazioni contemporanee, apollinee composizioni dionisiache, ricche, colte e preziose opere di semplice e disarmante povertà.
La forza primigenia e raffinata che promana da queste opere deriva proprio dall'innata capacità dell’artista di conciliare gli opposti per dar vita ad opere d'arte di sostanziale, corposa coerenza artistica ed eterea, originaria originalità. Le opere di Fernando Pisacane sono costruite sull'inquieto equilibrio tra Luce e Tenebra, Ordine e Caos, Forma e Materia informe, ebbene in tutti questi casi non è possibile non pensare a risvolti di tipo cosmogonico. Le opere di Fernando Pisacane si hanno espliciti riferimenti al libro della Genesi, quasi sempre dinnanzi ad uno di questi ci viene da pensare a quei momenti cruciali nella storia dell'Universo in cui la Luce è stata separata dalle Tenebre, le Terre dai Mari. Momenti che mitologie e religioni di tutti i tempi e in tutti i luoghi hanno raccontato molto spesso con immagini ed espressioni molto simili e che forse rappresentano un comune retaggio, profondo ed arcano dell'umana esperienza. Ma forse nel Macrocosmo si rispecchia il Microcosmo. Forse le cosmogonie raccontano, metaforicamente, soggettive, psicologiche ontogenesi. Forse dietro il conflitto tra la Luce e la Tenebra, tra il Cosmo e il Caos, si cela quello tra il Conscio e l’Inconscio e la nascita del mondo simboleggia la nascita del soggetto. Ed allora possiamo interpretare sotto una diversa luce il difficile, complesso, conflittuale rapporto tra la Materia allo stato puro, indistinto, indifferenziato e la Forma che cerca disperatamente di emergere, di imporsi, di imporre il proprio sigillo di razionalità o quanto meno di ragionevolezza sull’eterna rivale un rapporto tanto dialettico e necessario quanto problematico e violento. Nello scontro ineluttabile tra la Forma e l’Informe, spesso i confini tra aggressore e aggredito si confondono, i ruoli si rovesciano a ripetizione, così rapidamente che talvolta capita di smarrirsi e di non distinguere più l’una cosa dall’altra. Le opere di Pisacane raccontano anche questo quanto labile sia il confine che separa il Soggetto dall’Oggetto, l’Uomo dal Mondo che lo circonda. E quanto difficile, e doloroso, e per nulla certo, sia il processo di auto-definizione. L’artista mostra l’esito di questo titanico scontro, quanto piuttosto una fase, nel vivo del combattimento. Così colori e materiali che scompongono e ricompongono il piano narrativo appaiono come una vera e propria raffigurazione delle linee di forza e dei campi di energia che si sprigionano nel corso di questi eventi di autentica ontogenesi.
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