Pietro Labriola guida la trasformazione di TIM: da operatore di rete fissa a società di servizi tecnologici
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Pietro Labriola, AD di TIM, sta guidando il Gruppo verso una nuova direzione, dopo la scelta decisiva di abbandonare la rete fissa per dedicarsi ai servizi tecnologici di alto livello.
Pietro Labriola e il ruolo di TIM nel formare un’Italia digitale
L’AD di TIM Pietro Labriola ha attuato un’operazione discussa da molti anni, ma mai messa in atto: lo scorporo della rete fissa, mossa che sta permetterà al Gruppo di investire nuove risorse in altri ambiti di eccellenza – nello specifico, i servizi tecnologici. Secondo l’AD, le infrastrutture di TIM, unitamente al know-how sviluppato nel corso degli anni, consentiranno infatti di dare un contributo concreto alla transizione digitale del Paese: “La nuova TIM sarà uno dei motori principali della digitalizzazione del Paese. È vero che a breve non ci occuperemo più della costruzione della rete in fibra FTTH, dove serviamo già oltre 8,4 milioni di unità tecniche immobiliari, ma rimarremo concentrati sullo sviluppo del 5G e delle altre infrastrutture che servono a far compiere un salto tecnologico e digitale all’economia del Paese”. Pietro Labriola ha illustrato la nuova organizzazione del Gruppo, ora diviso in Consumer (specializzata nel retail e nelle piccole imprese) ed Enterprise (dedicata ai servizi avanzati per il mercato business e della Pubblica Amministrazione). Sarà quest’ultima suddivisione, in particolare, a trainare la crescita del Gruppo: “Qui non forniamo solo SIM e connessioni, ma anche cloud, internet of things e cybersecurity: siamo gli unici a poter offrire un portafoglio di servizi completo e integrato”.
L’impegno di Pietro Labriola per la parità di genere in TIM
Pietro Labriola non si distingue solo per la sua leadership decisa e coraggiosa in TIM, ma anche per la convinzione con cui promuove valori e iniziative inclusive. L’AD persegue con particolare energia la lotta contro la discriminazione di genere e il gender pay gap, problemi che richiedono, secondo lui, sforzi concreti, e non mere campagne d’immagine: “Senza azioni concrete, come ricorda una delle nuove pubblicità della campagna istituzionale che abbiamo lanciato a inizio dicembre, la parità di genere sarà raggiunta solo nel 2155. Penso che questo, come il fatto di avere solo un 20,5% di donne manager nelle imprese italiane, sia intollerabile. Siamo un’azienda leader, abbiamo la responsabilità di favorire il cambiamento, che porterà benefici alla società italiana, ma anche alla sua economia”. Attraverso iniziative innovative come "Women Plus", un progetto che promuove l'occupazione femminile offrendo accesso a posizioni lavorative dedicate, e campagne di sensibilizzazione volte a eliminare gli stereotipi di genere, Pietro Labriola riafferma la responsabilità etica delle grandi aziende di contribuire a trasformare il mondo in un posto più inclusivo per tutti.
Ufficio Stampa
Giacomo Capua
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