S.Maria della Pietà: M5S folgorati sulla via di Zingaretti e Tanese?
Ieri pomeriggio, in aula Giulio Cesare, la maggioranza si astiene (che equivale a bocciare) sulla mozione presentata da Stefano Fassina di Sinistra per Roma sul S.Maria della Pietà. La mozione chiedeva al Consiglio di esprimersi coerentemente con la Delibera 40 del 2015 che stabilisce le linee guida del Comune di Roma sulla Centralità del S.Maria della Pietà: proprietà regionale ed uso dei redditi per finanziare la Salute Mentale a norma di legge, uso socioculturale, ridotta presenza sanitaria.
Comunicato Precedente
Comunicato Successivo
Roma,
(informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)
La mozione di Fassina chiedeva di non firmare il Protocollo di Intesa che assume il progetto ASLRM1 di “città della salute e del benessere”, cioè un Polo Sanitario e di avviare invece il corretto processo di pianificazione previsto dal Piano Regolatore.
Fino ad oggi, il Comune di Roma si è sempre espresso contro l’uso sanitario prevalente di una Centralità Urbana collocata in quartieri già pieni di sanità ma vuoti di spazi culturali e servizi ai cittadini.
Improvvisamente, ed inspiegabilmente, l’amministrazione capitolina sembra aver completamente cambiato idea.
In pochi giorni è stato concordato e reso pubblico dalla Giunta Regionale un Protocollo che accetta il progetto ASL. Soprattutto accetta e ratifica la Delibera 787/2016 della Regione Lazio che affida la proprietà e la gestione del 78% del complesso (27 padiglioni) all’uso sanitario della ASL RM1.
Contro questa Delibera è pendente un ricorso al TAR presentato dalle associazioni dei cittadini e da quelle della Salute Mentale.
E contro questa Delibera Regionale, si era espressa, nel gennaio 2017 Donatella Iorio, M5S, Presidente della Commissione Urbanistica del Comune di Roma con parole durissime: “si dia ascolto ad associazioni e comitati… Si prevedano nei padiglioni del parco funzioni culturali, artistiche e sociali. Il Presidente Zingaretti ritiri quindi la delibera di dicembre”.
Ma proprio la stessa Iorio, ieri, fra la sorpresa generale, si è espressa contro la Mozione Fassina e in favore del Protocollo che fa propria la DGR 787/2016.
Al Consiglio erano presenti alcune decine di rappresentanti del Comitato “Si può Fare” che ha presentato la Delibera di Iniziativa Popolare approvata nel 2015 anche con i voti del M5S e che ha presentato, nel 2014, una Proposta di Legge Regionale firmata da 12mila cittadini mai discussa.
Inutilmente Fassina prima e poi i cittadini hanno rivendicato la possibilità di un intervento del Comitato..
“Non si può, sono le regole” ha dichiarato il Presidente dell’Aula. Ma il Presidente non ha spiegato perché il luogo ufficiale previsto dalla Delibera 40 per dare al Comitato l’opportunità di spiegare le sue ragioni, cioè la Consulta cittadina, non sia mai stata istituita in tre anni.
“Le regole per non far parlare i cittadini si rispettano, quelle per dargli la parola, invece, si violano”, ha dichiarato Claudio Ammassari del Comitato “Si può Fare”.
Alle proteste dei cittadini, il Presidente ha reagito facendoli allontanare dall’aula.
Infine la mozione è stata respinta. A favore, oltre a Fassina, hanno votato i consiglieri del PD, riconoscendo la ragionevolezza di una proposta che intendeva soltanto ripristinare le regole ed un processo democratico coerentemente con le scelte già fatte.
Il Comitato “Si può fare” fa un ultimo appello alla Sindaca Raggi, ricordandole l’impegno per l’approvazione della Delibera 40 e i suoi interventi pubblici alle Assemblee sul S.Maria della Pietà. “Se firmate quel Protocollo”, ha dichiarato Massimiliano Taggi, “accettate una scelta che non rispetta le regole e non reggerà sul piano giuridico, amministrativo, una scelta contro i cittadini, il buon senso e contro voi stessi”.
Il Comitato “Si può fare”
Fino ad oggi, il Comune di Roma si è sempre espresso contro l’uso sanitario prevalente di una Centralità Urbana collocata in quartieri già pieni di sanità ma vuoti di spazi culturali e servizi ai cittadini.
Improvvisamente, ed inspiegabilmente, l’amministrazione capitolina sembra aver completamente cambiato idea.
In pochi giorni è stato concordato e reso pubblico dalla Giunta Regionale un Protocollo che accetta il progetto ASL. Soprattutto accetta e ratifica la Delibera 787/2016 della Regione Lazio che affida la proprietà e la gestione del 78% del complesso (27 padiglioni) all’uso sanitario della ASL RM1.
Contro questa Delibera è pendente un ricorso al TAR presentato dalle associazioni dei cittadini e da quelle della Salute Mentale.
E contro questa Delibera Regionale, si era espressa, nel gennaio 2017 Donatella Iorio, M5S, Presidente della Commissione Urbanistica del Comune di Roma con parole durissime: “si dia ascolto ad associazioni e comitati… Si prevedano nei padiglioni del parco funzioni culturali, artistiche e sociali. Il Presidente Zingaretti ritiri quindi la delibera di dicembre”.
Ma proprio la stessa Iorio, ieri, fra la sorpresa generale, si è espressa contro la Mozione Fassina e in favore del Protocollo che fa propria la DGR 787/2016.
Inutilmente Fassina prima e poi i cittadini hanno rivendicato la possibilità di un intervento del Comitato..
“Non si può, sono le regole” ha dichiarato il Presidente dell’Aula. Ma il Presidente non ha spiegato perché il luogo ufficiale previsto dalla Delibera 40 per dare al Comitato l’opportunità di spiegare le sue ragioni, cioè la Consulta cittadina, non sia mai stata istituita in tre anni.
“Le regole per non far parlare i cittadini si rispettano, quelle per dargli la parola, invece, si violano”, ha dichiarato Claudio Ammassari del Comitato “Si può Fare”.
Alle proteste dei cittadini, il Presidente ha reagito facendoli allontanare dall’aula.
Infine la mozione è stata respinta. A favore, oltre a Fassina, hanno votato i consiglieri del PD, riconoscendo la ragionevolezza di una proposta che intendeva soltanto ripristinare le regole ed un processo democratico coerentemente con le scelte già fatte.
Il Comitato “Si può fare” fa un ultimo appello alla Sindaca Raggi, ricordandole l’impegno per l’approvazione della Delibera 40 e i suoi interventi pubblici alle Assemblee sul S.Maria della Pietà. “Se firmate quel Protocollo”, ha dichiarato Massimiliano Taggi, “accettate una scelta che non rispetta le regole e non reggerà sul piano giuridico, amministrativo, una scelta contro i cittadini, il buon senso e contro voi stessi”.
Il Comitato “Si può fare”
Ufficio Stampa