La Bella Stagione, rassegna teatrale del Comune di Riccione, rende omaggio a Italo Calvino, nel centenario della sua nascita, con Anna Foglietta che legge "Le Città Invisibili", accompagnata da Maurizio Camardi al Sassofono e duduk

Uno spettacolo duro, difficile, ma anche un inno alla ricerca e alla riflessione
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Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure,anche se il filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive ingannevoli,e ogni cosa ne nasconde un’altra» ITALO CALVINO.

 La bella stagione, rassegna teatrale del Comune di Riccione, rende omaggio a Italo Calvino, nel centenario della sua nascita, con  Anna Foglietta legge "Le Città Invisibili", accompagnata da Maurizio Camardi al Sassofono e duduk.

 La storia di Italo Calvino è legata a doppio filo a quella del Premio Riccione:  nel 1947, il giovane Calvino, ancora inedito, vinceva la prima edizione del concorso con Il sentiero dei nidi di ragno.

Sul palco del Granturismo di Riccione Anna Foglietta legge pagine di " Le città invisibili", pubblicato per la prima volta nel 1972, testo non solo di grande originalità ma che l'autore considerava come "fatto un pò da sè" (così che solo il testo può autorizzare o escludere questa o quella lettura), ma che proprio per questo e per la sua struttura simmetrica, mantiene tuttora intatta tutta la sua potenza evocativa.

 I dialoghi fra Marco Polo e il Khan raccolti nel testo di Calvino sono stati ricostruiti con rispetto dell' originale,  fino alle frasi finali, lette da Anna Foglietta con emozione, risuonanti oggi in un mondo devastato da guerre, fame, diseguaglianze

:” l’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”.

Una conclusione, non "la conclusione", perchè in un testo come Le Citta' Invisibili, "fatto a poliedro", di conclusioni ve ne sono tante quante le città. Ma anche se non scorgiamo la città dell'utopia o della leggerezza, non possiamo fare a meno di cercare, saper riconoscere in mezzo all’inferno ciò che non lo è  e dargli spazio.

Cos’è dunque il non inferno? E’ la memoria degli affetti, la ricerca continua, la speranza che qualcuno raccolga il tuo grido d’aiuto.

 Uno spettacolo duro, difficile, ma anche un inno alla ricerca e alla riflessione, come pure ha sottolineato Anna Foglietta al termine di una performance elegante e imprevedibile che. giocando sul dettaglio, le parole e le immagini, sa creare una geometria di rara suggestione.

 

ANNA FOGLIETTA
legge

LE CITTÀ INVISIBILI

di ITALO CALVINO
Voce recitante: Anna Foglietta
Sassofono e duduk: Maurizio Camardi
Coordinamento artistico: Elena Marazzita

Ufficio Stampa