IL COMPRATORE DI ANIME MORT" a cura di SIRIANA SGAVICCHIA, il ROMANZO RITROVATO di STEFANO D’ARRIGO alla SALA DELL'ARENGO del CASTELLO MALATESTIANO di LONGIANO (FC)

SABATO 30 NOVEMBRE 2024, ORE 16:30, rassegna SAGGE SONO LE MUSE IN PAROLE
Comunicato Precedente

next
Comunicato Successivo

next
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - editoria e media)

Sabato 30 novembre per l’ultimo appuntamento 2024 con Sagge sono le muse in parole, il polo culturale Fondazione Tito Balestra di Longiano (FC) ha in serbo un evento di grande caratura culturale e affettiva, non è solo la presentazione di un libro pubblicato postumo ma è anche un omaggio e un ricordo per Tito Balestra, che fu intimo amico di Stefano D'Arrigo nel dopoguerra con il quale scambiò una corrispondenza molto assidua.

 

Il Libro in oggetto è “Il compratore di anime morte” (Ed. Rizzoli 2024) di Stefano d’Arrigo (poeta, scrittore e critico letterario) curato da Siriana Sgavicchia che sarà presente a Longiano per parlare di questa importante opera letteraria insieme a Silvana Cirillo. Un grande regalo per i cultori di Stefano D’Arrigo, l’autore di “Horcynus Orca” uno dei romanzi più lunghi e complessi della letteratura italiana, con le 1.276 pagine dell’edizione attuale, caso letterario nel 1975.

Rimasto nascosto finora tra le carte del Gabinetto Vieusseux di Firenze, Il compratore di anime morte di Stefano D’Arrigo è un viaggio inedito e spassoso tra la Napoli e la Sicilia di metà Ottocento, che mescola i toni della commedia e del romanzo picaresco. È la storia di Cirillo, orfano della Madonna, che superati i trent’anni di età non ha ancora perso la speranza di farsi finalmente adottare. La sua esistenza ordinaria di scrivano per il Regno delle Due Sicilie si ribalta una mattina per uno scherzo di rione, quando di bocca in bocca passa la notizia che il ragazzo nel sonno indovina i numeri buoni del lotto. Il principe Don Ettorino di Margellina, che ai botteghini si è giocato il palazzo e la fortuna di famiglia, decide di prenderlo come figlio seduta stante. Cirillo non si tira indietro, e ha un’intuizione geniale per risollevare le finanze della nuova famiglia. Intende vendere allo Stato le terre e le “anime” che ci lavorano, perché approfittando di una legge mal scritta i morti possono fruttare esattamente quanto i vivi. Con questo piano si imbarca verso la Sicilia dove, a pochi giorni dall’arrivo di Garibaldi, trova ad attenderlo, oltre a molte anime morte da vendere a peso d’oro al Re, anche un inaspettato amore.

Il testo del "Compratore di anime morte" è accompagnato da una postfazione piuttosto ampia in cui innanzitutto si ricostruisce l'ideazione del testo e la sua datazione che risale agli anni dell'immediato secondo dopoguerra. Per la datazione si è indagata la corrispondenza inedita dello scrittore conservata presso archivi pubblici e privati (tra i corrispondenti spiccano il filologo Gianvito Resta, amico intimo di D'Arrigo negli anni dell'Università a Messina, lo scrittore e collezionista d'arte Tito Balestra, lo scrittore bolognese Giuseppe Raimondi, il poeta Libero De Libero, lo scrittore e sceneggiatore Cesare Zavattini). Attraverso le tracce lasciate nelle lettere indirizzate agli amici citati emerge il percorso articolato dell'invenzione del racconto che può oggi essere letto come un romanzo.

 

Ingresso libero.  Info 0547-665850- @fondazionetitobalestra.org

 

 

Ufficio Stampa