Crisi dell’auto, anche in Italia stabilimenti a rischio. Il commento di Confintesa Metalmeccanici

Autunno caldo per il settore metalmeccanico, l'allarme lanciato da Alessio Minadeo di Confintesa
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Roma, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

 Stati d’agitazione, scioperi, cassa integrazione… L'autunno caldo dell'industria italiana si apre con lo sciopero dei lavoratori e la crisi della Sfc Solutions che ha spedito temporaneamente a casa 317 lavoratori in Piemonte. L'azienda, parte dell'indotto che rifornisce Stellantis, ma anche altri produttori come Volkswagen, produce guarnizioni per abitacoli di automobili nonché anche di camion, furgoni e trattori.

"Si tratta dell’ennesimo caso di componentistica del settore automotive che entra in crisi. La nuova proprietà si era impegnata a tenere gli stessi livelli produttivi e occupazionali, la cassa integrazione è stata vista come un venir meno a questi impegni. Non siamo ancora in una crisi conclamata, ma di certo è un campanello d’allarme" spiega a Today.it Monica Canalis, vice Presidente della commissione industria del Consiglio Regionale del Piemonte. E di certo non è il primo. Perché la crisi dell'auto tedesca potrebbe costarci caroTra gennaio e maggio 2024 la produzione del settore della componentistica auto è scesa in maniera impressionante arrivando addirittura al 18%, mentre le ore di cassa integrazione erogate per i lavoratori sono salite in tutta Italia.

E oggi la grande paura è che la "locomotiva d'Europa" possa fermarsi.Ad influire sulla recessione che potrebbe abbattersi sulla Germania c'è la crisi che sembra irreversibile delle vendite dell'industria automobilistica. Una flessione che interessa tutto il Vecchio Continente, con Stellantis che fa registrare nel mese di Agosto un calo impressionante, pari al 32% percento delle vendite rispetto al 2023. E che in Germania sta già provocando problemi evidenti e concreti, di fatti, Volkswagen ha già annunciato un piano di ristrutturazione che mette a rischio migliaia di posti di lavoro e almeno due centri produttivi e Audi è intenzionata a chiudere il suo stabilimento di Bruxelles.

A influire sulla frenata c'è soprattutto la scommessa dell'elettrico che, per molte case automobilistiche tedesche si sta rivelando più difficile del previsto, e che ha portato aziende come Porsche e Mercedes a rivedere a ribasso i loro piani per la transizione.Ma la crisi potrebbe presto costare caro anche al nostro Paese: la Germania è per le nostre imprese del settore un partner essenziale.

Nell'industria della componentistica auto le esportazioni verso Berlino valgono 5,19 miliardi di euro e costituiscono oltre il 20 percento del nostro export."La questione diventa sempre più delicata – dichiara Alessio Minadeo commissario Confintesa Metalmeccanici –. La questione Volkswagen, che va ad affiancarsi ai problemi legati a Stellantis, potrebbero creare effetti disastrosi.

Il Gruppo di appartenenza ha annunciato già 14.000 esuberi in Germania e, purtroppo, nei giorni scorsi anche lo stabilimento di Ferrara ne ha annunciati 65. Ma il problema del settore metalmeccanico non si limita a Volkswagen e Stellantis, moltissime aziende Italiane o straniere con stabilimenti in Italia, tra cui Audi e Bosch, stanno avendo cali importanti nella produzione, senza contare che, proprio in questi giorni, ci sono migliaia di lavoratori del comparto metalmeccanico in stato di agitazione e che vedono, davanti a loro, un futuro molto incerto.

Noi, come Confintesa Metalmeccanici, chiediamo un immediato intervento del Governo e delle Regioni affinchè si possano aprire dei tavoli di concertazione con le aziende e le OOSS affinchè venga fatto chiarezza sul futuro dei lavoratori e che vengano trovati dei rimedi alla ormai profonda crisi del settore automobilistico e più in generale dell’intero settore metalmeccanico”.

Ufficio Stampa

Marco Bangalli
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