Un Museo della Telefonia Moderna a Tarquinia intitolato a Giovanni Battista Marzi

L'idea è proposta dal giornalista romano Gianfranco Cascioli e dall'imprenditore Enrico Benedetti. Giovanni Battista Marzi vissuto a cavallo tra la fine dell’ottocento ed i primi del novecento con le sue invenzioni ha di fatto aperto la strada alla telefonia moderna ed il suo nome, nella storia delle telecomunicazioni, compare accanto a quello di Antonio Meucci, Alexander Graham Bell e Guglielmo Marconi.
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Tarquinia, (informazione.it - comunicati stampa - elettronica)

Tarquinia potrebbe ospitare un “Museo della Telefonia Moderna” intitolato ad un suo cittadino, Giovanni Battista Marzi, vissuto a cavallo tra la fine dell’ottocento ed i primi del novecento (Tarquinia, 3 agosto 1857 - Roma 16 giugno 1928), inventore della prima centrale telefonica automatica che fu installata per la prima volta al mondo nel 1886 nella Biblioteca Vaticana, nel 1913 nella prima centrale telefonica di Roma nel quartiere Prati e dopo 10 anni a Milano nel quartiere di Porta Romana. La sua invenzione ha aperto di fatto la strada all'evoluzione della comunicazione telefonica come di fatto la conosciamo e l'utilizziamo quotidianamente.

 

L’idea di un “Museo della Telefonia Moderna” a Tarquinia, a dire il vero, non è di oggi e risale ad alcuni anni fa, ma proprio in questi giorni il progetto viene rispolverato in una lettera di auguri inviata al noto imprenditore Enrico Benedetti da un giornalista romano, Gianfranco Cascioli, che per 35 anni è stato funzionario SIP-Telecom, quale responsabile della Pubblicità e Manifestazioni, SIP per i Giovani e Iniziative Culturali nell’ambito delle Relazioni Esterne della Direzione Regionale Lazio, attualmente nota come TIM (Telecom Italia Mobile).

 

La circostanza è di quelle importanti per Benedetti che a fine aprile, tra pochi giorni, proprio in occasione dell’inaugurazione di MO.ME.M.A (la rinnovata Mostra Mercato delle Macchine Agricole) festeggerà i 50 anni (1973-2023) di partecipazione come espositore alla Fiera di Tarquinia e allo stesso tempo anche un trentennale non affatto trascurabile. Era infatti il 1° Aprile del 1993 quando proprio Enrico Benedetti, rappresentante di una delle aziende commerciali storiche più conosciute e solide della città (la Ferramenta fondata dal padre Gino e dalla madre Domenica) inizia l’avventura nel mondo della telefonia assumendo la rappresentanza della IN SIP dalla quale deriverà successivamente il rapporto con la TIM. Da lì a poco scoppierà il fenomeno della telefonia mobile ed Enrico Benedetti sarà un vero e proprio pioniere e una cassa di risonanza nella vendita di cellulari e dei servizi ad essi collegati in tutta la fascia costiera dell’Alto Lazio (Montalto di Castro, Canino, Tarquinia, Civitavecchia, Santa Marinella, Cerveteri).

 

È proprio in questi anni che si rafforza la collaborazione commerciale con la più importante compagnia telefonica nazionale affiancata dall’organizzazione di manifestazioni di richiamo turistico partendo dai mitici “i-Tim tour” alle più recenti “Una bistecca sul mare” e “Gran Festa del Cliente”. Sarà il 2001 a registrare la nascita del Centro Commerciale “Ferramenta e Telecomunicazioni Alto Lazio” (oggi conosciuto come Centro Benedetti) uno tra i primi in Italia ad utilizzare pannelli di cellule fotovoltaiche per la produzione di energia elettrica destinata ad alimentare la struttura commerciale.

 

«Tarquinia è particolarmente legata al mondo delle telecomunicazioni e della telefonia.» afferma Gianfranco Cascioli nella sua lettera «In qualche modo seppur con diverse finalità hai continuato l’opera del Marzi. Lui ha inventato la telefonia moderna e tu hai venduto (riferendosi al Benedetti - N.d.R.) la sua concreta evoluzione. Giovanni Battista Marzi, al quale Tarquinia ha dedicato una via e posto una targa nella sua casa nativa (Palazzo Marzi) in piazza San Giovanni nel Centro Storico è però un personaggio, quasi sconosciuto, poco ricordato dalla città anche se il suo nome, in alcune pubblicazioni sia italiane che straniere legate alla storia della comunicazione telefonica, compare accanto a quello di Antonio Meucci, Alexander Graham Bell e Guglielmo Marconi. Per queste ragioni - continua Cascioli - forse è giunto il momento di rispolverare l’idea di quel museo a lui dedicato del quale abbiamo parlato alcuni anni fa sollecitando l’interessamento diretto del Comune e di altri enti ed istituzioni locali».

 

In molti archivi nazionali, nell’Archivio Storico Comunale di Tarquinia e in quello della Società Tarquiniense di Arte e Storia esistono documenti che riguardano le scoperte, le geniali invenzioni di Giovanni Battista Marzi (tra le quali anche il telegoniometro elettrico, i bersagli elettrici, il telefono altisonante, la trasmissione telefonica a distanza), le applicazioni nel campo dell’elettrotecnica e gli altri interessi legati alla sua eclettica personalità. La STAS sul Bollettino del 1989 dedicò ampio spazio ad una ricerca, corredata da documenti e fotografie, del giornalista Giuseppe Santiloni dal titolo “Vita ed opere dell’elettronico Giovanni Battista Marzi” oltre ad unConvegno Nazionale di Studi Scientifici nel 1991. La sua invenzione, quella della centrale automatica a 10 numeri, è dettagliatamente menzionata anche nella “Storia della Comunicazione Telefonica Italiana” di Danilo Tomassini edito da Libri Sandit.

 

«La Città di Tarquinia - sottolinea Enrico Benedetti - per onorare in modo significativo questo suo cittadino illustre potrebbe realizzare un vero e proprio “Museo della Telefonia Moderna” con i vari materiali telefonici presenti nella mia struttura commerciale o raccolti negli anni da cittadini e appassionati. Patrimonio da incrementare con auspicabili donazioni della TIM, erede delle precedenti Società Telefoniche, della Città del Vaticano, della Marina Militare, del Genio Militare, delle Poste. Un progetto che le istituzioni locali, credo, potrebbero far proprio».

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