Firenze, città di Dante e da sempre feudo della sinistra, si prepara per un ballottaggio storico. Il 23 e 24 giugno, i cittadini fiorentini saranno chiamati alle urne per scegliere il nuovo sindaco che prenderà il posto del dem Dario Nardella, fresco di elezioni a Strasburgo.
I due candidati che si sfideranno sono Sara Funaro, assessore al Welfare, sostenuta dal centrosinistra, e Eike Schmidt, portato dal centrodestra unito. Nel primo turno, Funaro ha ottenuto il 42% dei consensi, mentre Schmidt ha superato il 33%.
Il divario tra i due aspiranti primi cittadini è ampio. Questo galvanizza i sostenitori di Funaro, la delfina di Dario Nardella, e preoccupa quelli di Schmidt, il portabandiera di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega.
Ora inizia il valzer degli accordi. Con Matteo Renzi, non hanno decretato un vincitore: tra due settimane quindi sarà necessario il ballottaggio per dare un nuovo sindaco al capoluogo regionale.
E’ il bello della politica, che – come la storia – non si fa con i se. E se la Funaro non avesse raggiunto il 40%? E se la Saccardi avesse preso un percentuale a due cifre? E se Eike Schmidt avesse portato alla destra fiorentina un forte valore aggiunto? E se il Movimento 5 stelle fosse stato quello di un tempo? Queste sono tutte domande che rimarranno senza risposta, ma che alimentano il dibattito politico.
Firenze si prepara quindi a due settimane di fiato sospeso, in attesa di conoscere il nuovo sindaco. La partita è aperta e tutto può ancora succedere. Il futuro di Firenze è nelle mani dei suoi cittadini.