Raid a Gaza: la morte di un leader di Hamas e le conseguenze

Nel sud della Striscia di Gaza, un raid aereo ha portato alla morte di un leader di Hamas, causando un'ondata di violenza e distruzione. Questo articolo esamina gli eventi chiave e le loro implicazioni.

Il 13 luglio, l'esercito israeliano ha lanciato un attacco aereo su una zona precedentemente designata come "zona umanitaria sicura" a Al Mawasi, nel sud della Striscia di Gaza. L'obiettivo principale dell'attacco era Mohammed Deif, il capo militare di Hamas a Gaza. Secondo le fonti israeliane, Deif è stato ucciso nel raid, insieme a Rafaa Salameh, capo del Battaglione Khan Yunis di Hamas. Tuttavia, Hamas sostiene che Deif è sopravvissuto all'attacco.

L'attacco ha causato la morte di almeno 141 palestinesi e ha provocato una forte reazione internazionale. Oltre a Deif e Salameh, l'attacco ha causato la morte di almeno 90 persone, tra cui donne e bambini, che si trovavano nella "zona sicura" di Mawasi. Inoltre, l'attacco ha colpito i mezzi di soccorso, aggravando ulteriormente la situazione.

Nonostante la perdita di Salameh e la possibile morte di Deif, Hamas ha insistito sul fatto che Deif sta bene. La morte di Salameh, tuttavia, rappresenta un duro colpo per l'organizzazione, dato il suo ruolo chiave nel movimento.

L'attacco fa parte della strategia di Israele di indebolire Hamas decapitando la sua leadership. L'ordine di attaccare è arrivato direttamente dal primo ministro Netanyahu. Nonostante le critiche internazionali, Israele sembra determinato a proseguire con questa strategia.

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