Stellantis crolla in Borsa, il settore auto in crisi

- TORINO – La cura americana costa cara a Stellantis. Il gruppo guidato da Carlos Tavares ha rivisto al ribasso i target di fine anno, provocando un terremoto in Borsa per il settore automobilistico. La rimodulazione degli obiettivi finanziari, che segue quelle di altre case automobilistiche come le tedesche BMW e Mercedes, nonché Volvo, Aston Martin e Renault, ha fatto crollare il titolo in Borsa, superando il meno 14%. Questo ha provocato uno smottamento di tutti i valori delle azioni delle principali case automobilistiche, comprese Ford e GM.

Stellantis ha bruciato 40 miliardi in sei mesi, vedendo precipitare il proprio titolo a Piazza Affari. Dopo aver rivisto in negativo le stime sui risultati del 2024, la multinazionale ha chiuso le contrattazioni lasciando sul terreno il 14,72% a 12,40 euro per azione. È la prima volta da ottobre 2022 che le quotazioni scendono sotto la soglia dei 13 euro per azione, segnando così un allarmante slittamento verso il basso che conferma la difficoltà del momento sia per la holding sia per il settore automobilistico in generale.

Le borse europee hanno subito un impatto negativo, con il settore auto in forte difficoltà dopo i profit warning di Stellantis e Aston Martin, che seguono quello di Volkswagen di venerdì scorso. Nella sola seduta di oggi, la galassia Exor, controllata dalla famiglia Agnelli, ha perso 8,6 miliardi di euro. Nel dettaglio, Stellantis ha perso circa 6,5 miliardi di euro, Exor 852 milioni, Iveco 103 milioni, Ferrari 915 milioni e CNH si muove con una perdita di circa 288 milioni di dollari.

La revisione degli obiettivi finanziari da parte di Stellantis, nata dalle nozze tra FCA e PSA, ha avuto un effetto domino su tutto il settore, evidenziando le difficoltà che le case automobilistiche stanno affrontando in questo periodo di incertezza economica. La situazione attuale, caratterizzata da una serie di profit warning e revisioni al ribasso, mette in luce le sfide che il settore deve affrontare per mantenere la propria competitività e stabilità finanziaria.

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