Elezioni in Austria, la vittoria dell'estrema destra e le reazioni in Italia

- L'esito delle recenti elezioni parlamentari in Austria ha segnato un momento storico, con il Partito della Libertà (FPÖ), formazione di estrema destra guidata da Herbert Kickl, che ha ottenuto il 29,2% dei voti, superando il Partito Popolare Austriaco (ÖVP) del cancelliere uscente Karl Nehammer, fermo al 26,5%. Questo risultato rappresenta la prima vittoria di un partito di estrema destra in Austria dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, suscitando reazioni contrastanti all'interno del governo italiano.

Da un lato, Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, ha espresso preoccupazione per quelli che ha definito "rigurgiti neonazisti", sottolineando la necessità di respingere ogni forma di estremismo. Dall'altro, Matteo Salvini, leader della Lega, ha accolto con entusiasmo il risultato delle urne, vedendo in esso un segnale positivo per i movimenti patriottici in Europa. Questa divergenza di opinioni ha evidenziato le tensioni all'interno della coalizione di governo guidata da Giorgia Meloni.

Il successo del FPÖ non è un fenomeno isolato né puramente legato a questioni contingenti come l'immigrazione, l'inflazione o i conflitti internazionali. Dietro il risultato elettorale si cela una nostalgia per la "Grande Teutonia", un sentimento che affonda le radici ben prima dell'era hitleriana. L'appeal esercitato dal leader Herbert Kickl, con le sue promesse di "orbanizzare" Vienna, ha trovato terreno fertile in un elettorato desideroso di cambiamento e di una politica più rigida nei confronti degli stranieri.

In Italia, le reazioni al successo del FPÖ hanno messo in luce le profonde divisioni all'interno della maggioranza. Mentre Tajani ha lanciato un allarme contro il pericolo di un ritorno a ideologie estremiste, Salvini ha criticato apertamente l'alleato, definendo "ridicolo" l'allarme lanciato dal ministro degli Esteri. Questa frattura rischia di complicare ulteriormente i rapporti tra i partiti della coalizione, già messi alla prova da divergenze su altre questioni politiche e sociali.

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