Scambio di prigionieri tra Usa e Russia: un accordo storico

Il recente scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Russia ha segnato un momento storico nelle relazioni internazionali. L'accordo, che ha coinvolto 26 persone e sette Paesi, è stato il più ampio dai tempi della Guerra Fredda. Tra i prigionieri liberati figurano il giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, il collaboratore del Washington Post Vladimir Kara-Murza e l'ex marine Paul Whelan. Dall'altra parte, la Russia ha ottenuto la liberazione di Vadim Krasikov, un killer collegato all'Fsb, che stava scontando l'ergastolo in Germania per l'omicidio di un ex combattente ceceno.

La Turchia ha svolto un ruolo cruciale nella mediazione dell'accordo, facilitando le trattative tra le parti coinvolte. Anche la Germania ha avuto un ruolo significativo, con il cancelliere Olaf Scholz che ha collaborato strettamente con gli Stati Uniti per rendere possibile lo scambio. Senza il supporto tedesco, l'accordo non sarebbe stato raggiunto.

La trattativa è stata descritta come una vera e propria "spy story", con incontri segreti tra ufficiali della Cia e omologhi russi in località come Amman e Doha. La proposta di Washington, elaborata già dall'autunno del 2022, prevedeva lo scambio di una ventina di prigionieri detenuti nelle carceri di Russia, Usa e altri Paesi europei.

L'ex presidente americano Donald Trump ha espresso la sua rabbia per l'accordo, sostenendo che Putin ne sia il vero vincitore. Tuttavia, l'attuale presidente Joe Biden ha difeso l'accordo, sottolineando l'importanza della collaborazione internazionale per ottenere la liberazione dei prigionieri.

Questo scambio di prigionieri rappresenta un passo significativo nelle relazioni tra Stati Uniti e Russia, dimostrando che, nonostante le tensioni, è possibile raggiungere accordi attraverso la diplomazia e la cooperazione internazionale.

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