Femminicidio a Gravina, la tragica fine di Maria Arcangela Turturo

- Nella notte tra sabato e domenica, lungo una strada di campagna a Gravina in Puglia, si è consumato un brutale femminicidio che ha scosso profondamente la comunità locale. Maria Arcangela Turturo, 60 anni, è stata uccisa dal marito Giuseppe Lacarpia, 65 anni, in un episodio di violenza inaudita. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la convivenza tra i due era caratterizzata da numerose aggressioni fisiche e condotte maltrattanti da parte dell'uomo, che culminavano spesso in episodi di violenza estrema.

La tragica sequenza degli eventi ha avuto inizio quando Lacarpia ha dato fuoco all'auto su cui si trovava la moglie. Nonostante le ustioni riportate, Maria Arcangela è riuscita a uscire dalla vettura in fiamme, ma il marito l'ha raggiunta, bloccata e, con una ferocia inaudita, le ha sfondato il petto a mani nude. La donna è stata successivamente trasportata all'ospedale della Murgia "Perinei" di Altamura, dove è deceduta a causa delle gravi ferite riportate.

Giuseppe Lacarpia, già noto alle forze dell'ordine per precedenti episodi di violenza, è stato arrestato con l'accusa di omicidio premeditato e aggravato. Quasi 15 anni fa, infatti, era stato incarcerato per tentato omicidio nei confronti del figlio, intervenuto per sedare una lite tra i genitori. In quell'occasione, il padre lo aveva ferito con un coltello, dimostrando una pericolosità che, purtroppo, non è mai stata adeguatamente contenuta.

Il procuratore aggiunto Ciro Angelillis, insieme alla pm Ileana Ramundo, ha descritto nel decreto di fermo il rapporto personale tra la vittima e il marito come segnato da continue aggressioni e maltrattamenti.

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