L'Italia si mobilita contro l'autonomia differenziata

L'Italia è in fermento. Un referendum sull'autonomia differenziata è in vista, e la legge che la regola, la n. 86 del 26 giugno 2024, è al centro di un acceso dibattito. La questione è delicata: l'autonomia differenziata potrebbe frantumare l'Italia in tante piccole patrie, aumentando i divari territoriali e peggiorando le già insopportabili diseguaglianze sociali.

Il quesito referendario chiede se si vuole abrogare la legge sull'autonomia differenziata. Questa legge, secondo i suoi detrattori, rischia di creare una serie di piccole patrie all'interno dell'Italia, accentuando le diseguaglianze sociali e territoriali. Le conseguenze sarebbero particolarmente gravi per lavoratori, pensionati, giovani e donne.

La legge non è stata accolta favorevolmente da tutti i politici. Raffaele Mammoliti, consigliere regionale del Partito Democratico, ha espresso insoddisfazione per le risposte fornite in aula dal presidente Roberto Occhiuto sull'autonomia differenziata. Mammoliti e il consigliere Lo Schiavo hanno cercato di mettere in difficoltà il Governatore, soprattutto sulla volontà o meno di accordarsi con le altre regioni che hanno chiesto il referendum abrogativo della legge.

La raccolta delle firme per il referendum sta procedendo a ritmo sostenuto. In appena 72 ore, sono state raccolte oltre 200mila firme. Il sostegno per il referendum contro l'autonomia differenziata sta crescendo rapidamente, e i partiti dell'opposizione esultano per il numero di sottoscrizioni raccolte.

Le critiche alla legge sull'autonomia non mancano. Secondo Arturo Lorenzoni, portavoce dell'opposizione in Consiglio regionale del Veneto, il testo della legge è un pasticcio e potrebbe creare problemi ai cittadini, anche in Veneto, dove l'idea dell'autonomia è molto popolare. Lorenzoni ha firmato con convinzione per il referendum abrogativo della legge sull'autonomia differenziata, sottolineando la necessità di concretezza e idee chiare.

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