![Figlie picchiate perché «non brave musulmane», tre pakistani (cittadini italiani) condannati ma latitanti](https://q3.informazione.it/pics/6bdd2800-630e-4ce0-aed6-aa8e0c127ee4.jpg?w=290&h=160&scale=both&mode=crop&anchor=topcenter)
In una recente vicenda che ha scosso la provincia di Brescia, due sorelle pakistane di 19 e 18 anni sono riuscite a sfuggire alla violenza del padre. L'uomo, un 59enne, avrebbe ripetutamente picchiato le figlie in casa e avrebbe organizzato il loro matrimonio in Pakistan.
Le ragazze sono riuscite a fuggire e ora si trovano in una comunità protetta. Questo caso ha suscitato particolare scalpore, soprattutto perché si è verificato nella stessa provincia dove in passato altre giovani donne sono state vittime di violenza familiare.
La Cassazione ha pronunciato la condanna definitiva lo scorso 28 giugno per maltrattamenti fisici e psicologici. Tuttavia, i colpevoli sono fuggiti dopo la sentenza. Non solo il padre, ma anche la madre e un fratello delle vittime, tutti di origini pakistane con cittadinanza italiana, sono ora latitanti.
Il reato contestato è quello di maltrattamenti nei confronti delle quattro ragazze, figlie e sorelle dei condannati. Le vittime sono state vessate per anni perché ritenute "non brave musulmane" dalla famiglia. I genitori e il fratello sono stati condannati a cinque anni di reclusione.
Al momento, le autorità stanno cercando i tre membri della famiglia condannati. Quando gli agenti si sono presentati alla porta di Sarwar Mohammad, 67 anni, della moglie Shamshad Bashir, 48 anni, e del figlio Amanat Ali, 29, questi sono risultati irreperibili. La ricerca continua, mentre le sorelle si trovano al sicuro in una comunità protetta.
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Pugni e schiaffi alle figlie perché ritenute "non brave musulmane": latitanti i familiari condannati
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