Riforma fiscale in Italia: un nuovo approccio al concordato preventivo

Il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha recentemente annunciato una serie di modifiche al concordato fiscale italiano. Queste modifiche, che mirano a garantire un gettito fiscale maggiore e a confermare gli sgravi fiscali, contributivi e previdenziali introdotti nel 2023, rappresentano un importante passo avanti per l'economia italiana.

Il correttivo prevede una serie di novità, tra cui una flat tax incrementale a tre livelli per il concordato preventivo revisionato, la proroga della rottamazione al 15 settembre e una revisione del redditometro e dell’accertamento sintetico. Tuttavia, non sarà possibile rateizzare gli acconti. Queste modifiche saranno presentate oggi dal viceministro Leo e saranno approvate definitivamente in consiglio dei ministri.

Il concordato preventivo è una delle ultime misure fiscali introdotte da questo governo. È stato progettato principalmente per proporre un accordo vantaggioso a lavoratori autonomi e titolari di partite Iva, le categorie che più facilmente riescono a nascondere al fisco parte dei propri guadagni. In sostanza, l'Agenzia delle Entrate offre un accordo: sulla base dei suoi calcoli, predetermina l'importo delle tasse da pagare. Se il contribuente accetta, l'Agenzia garantisce che per due anni non procederà a nessun accertamento fiscale nei suoi confronti.

Un'altra novità importante è il maxisconto per le partite Iva che aderiranno al concordato preventivo. Al posto della più onerosa tassazione con l’Irpef ad aliquote crescenti in base al reddito, è stata introdotta una flat tax sul differenziale tra la proposta accettata di concordato preventivo formulata dall’amministrazione finanziaria e il reddito dichiarato per il 2023. Questa misura dovrebbe essere approvata nel Consiglio dei ministri di domani, venerdì 26 luglio, o al massimo in quello del 7 agosto, ultimo prima della pausa estiva.

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