Ci sono due conflitti al cuore dell’intelligenza artificiale che si sta sviluppando sulla costa del Pacifico degli Stati Uniti e dall’altra parte dell’oceano, in Cina. Il primo riguarda la competizione fra le due superpotenze. Il secondo, più subdolo, tocca le scelte che forse è già tardi per compiere quanto alla velocità a cui il genere umano vuole avanzare nello sviluppo di capacità per certi aspetti superiori a quelle umane; perché il rischio qui, secondo alcuni, è di perdere il controllo.
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Niente più DeepSeek in Italia, almeno per il momento. Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto, in via d'urgenza e con effetto immediato, la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e di Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società cinesi che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek. Il provvedimento di limitazione - adottato a tutela dei dati degli utenti…
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Il Garante per la privacy blocca DeepSeek, l’intelligenza artificiale made in China. La disposizione d’urgenza, e con effetto immediato, che limita il trattamento dei dati personali degli italiani arriva due giorni dopo la richiesta di chiarimenti inviata dall’Autorità alla società cinese, la cui risposta – recapitata giovedì – è stata giudicata “del tutto insufficiente”: la società, spiega il Garante, si è limitata a dichiarare di non operare in Italia sostenendo quindi che a lei non sarebbe applicabile la legge…
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Il Garante della Privacy ha disposto il blocco di DeepSeek, l'app cinese che utilizza l'intelligenza artificiale. "Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto, in via d’urgenza e con effetto immediato, la limitazione del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e di Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società cinesi che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek", annuncia in una nota lo stesso Garante per la protezione…
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Come di altri strumenti GernAI - solleva preoccupazioni per la sicurezza dei dati. Le aziende devono implementare politiche rigorose, DLP, e coaching per prevenire violazioni e proteggere informazioni sensibili
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Ci sarebbe anche Qwen. Possiamo definirla la risposta di Alibaba a Deepseek o il segnale di un’invasione imminente di modelli di intelligenza artificiale generativa made in China, ma in realtà non è così. Come avevamo scritto qui su Hugging Face , la piattaforma open-source di LLM (modelli linguistici di grandi dimensioni) più popolare al mondo, dove è possibile trovare strumenti e risorse per lavorare con l’AI generativa e la computer vision, il modello Qwen 2.5 ha raggiunto 94 milioni di…
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Gli Stati Uniti e OpenAI si lanciano all'attacco di DeepSeek. Lo zar della Casa Bianca per l'intelligenza artificiale, David Sacks, ha sollevato la possibilità di un furto di proprietà intellettuale da parte dell'app cinese che sta spopolando in America ai danni della società di Sam Altman. «C'è una tecnica nell'Ia chiamata distillazione... quando un modello impara da un altro modello e in un certo senso assorbe la conoscenza da quello principale - spiega Sacks a Fox News - Ci sono prove sostanziali che ciò che DeepSeek…
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Negli ultimi giorni R1, il nuovo e potente modello di intelligenza artificiale open source creato dalla startup cinese DeepSeek, ha scosso la Silicon Valley e il resto del mondo. Dotato di capacità all'avanguardia e sviluppato con un budget apparentemente ridotto, il sistema alimenta un chatbot AI che è balzato in cima alle classifiche delle app più scaricate (anche se è appena sparito dagli app store italiani), aprendo un dibattito su un imminente sconvolgimento dell'industria tecnologica.
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Il caso DeepSeek rischia, con tutta probabilità, di diventare una spy-story industriale ad alto impatto nelle già non facili relazioni Usa-Cina. A far intravedere questo esito, nel giorno in cui l’app non è più scaricabile in Italia dalle piattaforme Apple e Google, è il vertice di OpenAI, che accusa la startup cinese di aver utilizzato i propri modelli per sviluppare il suo opensource, sollevando il sospetto di una potenziale violazione della proprietà intellettuale
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